Non è una scena di “Arancia meccanica”, premessa doverosa. È la realtà. Una spedizione punitiva in piena regola, per la quale un 23enne bellunese si trova agli arresti domiciliari, mentre il suo compare ha l’obbligo di dimora nel Comune di Ponte nelle Alpi.
I fatti sono da film d’azione. E si riferiscono al pomeriggio dell’11 gennio scorso. G.M. (23 anni di Belluno) e N.M. (31 anni di Ponte nelle Alpi) insieme vanno a casa di un loro conoscente. Motivo? Fargliela pagare per il furto di una motosega, di qualche giorno prima.
Il ragazzo vede arrivare i due, con intenzioni tutt’altro che amichevoli. E si barrica in casa. A questo punto volano minacce pesanti, calci e pugni alla porta. L’infisso viene letteralmente scardinato. I due malintenzionati entrano in casa, prendono di peso il ragazzo, lo trascinano sul pianerottolo del condominio e comincia un vero e proprio pestaggio. Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, uno dei due utilizza anche una catena avvolta sulle nocche della mano, colpi che procurano al malcapitato una frattura delle ossa nasali e contusioni multiple, giudicate guaribili in giorni 20.
Il pestaggio finisce solo quando la vittima riesce a proferire alcune parole, che bastano a far scappare i due: «Ho chiamato la polizia». E nella mattinata di oggi (venerdì 22 gennaio) la squadra mobile di Belluno ha eseguito un’ordinanza cautelare: G.M. è agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico; N.M. ha l’obbligo di dimora a Ponte nelle Alpi. Sono comunque in corso accertamenti al fine di vagliare, attraverso le dichiarazioni rese dagli indagati, se la causa di questa spedizione punitiva possa essere imputata anche ad altre motivazioni.