La linea sottile tra allarme e allarmismo. Il caso è il bollettino meteo dell’ultimo weekend.
Le previsioni danno neve per sabato. Leggera, una spolverata. Per di più a quote non propriamente collinari, con limite delle nevicate tra i 600 e gli 800 metri. Il Centro Funzionale Decentrato della Regione Veneto dichiara lo stato di attenzione nei fondovalle prealpini («da riconfigurare a livello locale – così si legge nel documento contenente le prescrizioni di Protezione Civile – in fase operativa di preallarme o allarme»). E Trenitalia fa scattare il piano neve, con cancellazione di alcune corse e ritardi su altre.
Solo che di neve, nei fondovalle, non si è vista neppure l’ombra. Sbagliare le previsioni meteo ci sta. Dichiarare lo stato attenzione per neve in una provincia montana, un po’ meno. Creare disagi alla linea ferroviaria e ai suoi utenti, assolutamente no.
Evidentemente dopo Vaia anche il meteo non è più come prima. Quello che è successo a fine ottobre 2018 ha segnato profondamente il territorio e adesso anche una normale nevicata diventa motivo di allarme. Prevenire è meglio che curare, certo. Ma di allarmi (e allarmismi) si può anche ammalarsi.