Fu grazie a lui che il cavalier Del Vecchio scelse Sedico, e non Sospirolo, per realizzare il nuovo stabilimento Luxottica. E fu sempre grazie a lui che nel paese della Sinistra Piave sorsero il palazzetto dello sport, il bocciodromo e i campi da tennis. Se n’è andato ieri (29 aprile) a 83 anni ancora da compiere, Sergio De Cian. Non un sindaco, ma il sindaco. Una vera istituzione per l’intera politica bellunese. Primo cittadino ininterrottamente dal 1979 al 2004, De Cian spinse la crescita economica e demografica della sua Sedico, accompagnandola passo passo durante una lunghissima stagione amministrativa, vissuta sempre da protagonista, anche all’interno dell’allora Comunità montana, prima Bellunese e poi Cm Valbelluna.
Amatissimo dai suoi concittadini, rispettato dagli avversari. E, sotto sotto, sicuramente anche un po’ invidiato, per quella sua innata capacità di stare a suo agio in mezzo alla gente. Potenti, amministratori, semplici cittadini: per lui davvero non c’erano distinzioni.
Tentò anche la strada della politica nazionale, candidandosi per il Senato prima sotto le insegne della Dc e poi con Forza Italia: in entrambe le occasioni però non riuscì ad andare a Roma, battuto dal cavallo di razza leghista Donato Manfroi.
Sposato con Angela Sponga, padre di Chiara e Sabrina, ha sempre vissuto nella sua Bolago. Dove, una volta terminata la sua parabola politica, ha dedicato tempo e le sue inesauribili energie all’altra grande passione, il calcio. De Cian è stato uno degli artefici prima della fusione tra San Giorgio e Sedico, approdata fino alla serie D, e poi uno dei più accesi sostenitori della nuova avventura della Dolomiti bellunesi.
Ma la politica, la sua vera passione, non l’ha mai davvero abbandonata. Dieci anni dopo l’addio, ad esempio, si ricandidò a sindaco, nel 2014. Quella volta l’avventura non finì con il consueto successo, ma pure in quella occasione De Cian seppe dare tutto se stesso.