Acquedotti ed elettricità green: la galassia Bim si fonde e punta alle grandi concessioni idroelettriche

Acquedotti ed elettricità green: la galassia Bim si fonde e punta alle grandi concessioni idroelettriche

Era nell’aria e adesso è ufficiale: la fusione tra Bim Gsp e Bim Infrastrutture si farà. Lo hanno deciso ieri pomeriggio (22 marzo), a maggioranza, i soci delle due società, riuniti in assemblea. E hanno dato mandato ai vertici delle due società di avviare l’iter formale che porterà, entro la fine del 2023, all’incorporazione di Bim Infrastrutture all’interno di Bim Gsp. L’operazione, presentata nei dettagli da Attilio Sommavilla e Bruno Zanolla, rispettivamente presidente di Bim Gsp e amministratore unico di Bim Infrastrutture (al centro del tavolo, nella foto), si svolgerà nel corso dei prossimi mesi e, con il consenso unanime dei soci, potrà avere un iter semplificato trattandosi appunto di assorbimento di una società all’interno dell’altra. 

Il soggetto che nascerà dalla fusione avrà una nuova denominazione e sarà operativo da inizio 2024: continuerà a gestire il servizio idrico integrato nel territorio provinciale e le reti a gpl nei cinque Comuni dove al momento sono attive (Comelico Superiore, Ponte nelle Alpi, Santo Stefano di Cadore, Sappada, Val di Zoldo), ma si occuperà anche di energia green. Avrà in carico, infatti, la gestione delle centraline idroelettriche presenti in diversi Comuni bellunesi e la rete di teleriscaldamento a biomassa attiva a Santo Stefano di Cadore, oggi amministrate da Bim Infrastrutture; svilupperà anche nuovi impianti di produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili su serbatoi, depuratori o siti dei Comuni, per autoconsumo; avvierà iniziative per l’efficientamento e il risparmio energetico e, non ultimo, curerà lo sviluppo delle comunità energetiche; preparerà, infine, piani di azione per partecipare alle iniziative cui darà seguito la Regione del Veneto in merito alla partita delle grandi concessioni di derivazione in scadenza nel 2029. 

Notevoli i benefici che ne conseguiranno: sviluppo del settore energia, in particolare rinnovabile, per una maggior autonomia nella produzione di elettricità e stabilità dei prezzi di acquisto, consolidamento della governance pubblica nel settore dell’acqua, riduzione dei costi gestionali complessivi, economie di scala e semplificazione delle procedure interne. La nuova società potrà disporre di un patrimonio netto di oltre 100 milioni di euro: sarà, quindi, solida dal punto di vista economico e potrà contare su un buon posizionamento anche nel mercato del credito. 

«Si tratta di un’operazione strategica e vantaggiosa per i Comuni, per i cittadini e per la nostra montagna bellunese – spiegano Attilio Sommavilla e Bruno Zanolla –. Grazie alla fusione, potremo non solo conseguire risparmi concreti nella gestione dei servizi, quindi minori costi per tutti, ma anche valorizzare al meglio il patrimonio azionario di ogni Comune nel nuovo soggetto che, lo ricordiamo, avrà un buon posizionamento nel mercato del credito e rilevante ruolo nello sviluppo economico, sociale e ambientale della nostra provincia di Belluno».

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