Vaia ce l’ha insegnato: abbiamo abbandonato il bosco. Non solo dal punto di vista della cura del territorio, ma anche in qualità di risorsa economica peculiare.
Il legno è tornato prepotentemente di attualità in questi tempi di crisi internazionali. Perché, tra le altre fonti di energia, anche il prezzo del legname è schizzato alle stelle.
Quindi, perché non pensare a tornare ad utilizzarlo, visto che qui ce n’è in abbondanza? E “Dal bosco alla produzione di energia” è proprio il tema affrontato ieri mattina in Sala Bianchi a Belluno in un convegno organizzato dalla Cgil. L’obbiettivo dell’incontro: ridare nuovo slancio alla filiera del prezioso materiale.
In quella che una volta era proprio una segheria si sono confrontati sul tema amministratori, imprenditori e studiosi. Daniele Perin, borsista del Tesaf (dipartimento Territorio e sistemi agro-forestali) dell’università di Padova ha spiegato qual è lo stato dell’arte, attraverso i dati raccolti con una serie di interviste, intrecciate con analisi scientifiche.
Legno ce n’è in abbondanza, quindi. Ma come valorizzarlo? Le opportunità non mancano. A cominciare, come detto, dalla crisi energetica internazionale. E dai soldi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, come spiega il segretario della Cgil di Belluno, Mauro De Carli.
Per concretizzare le idee e le proposte, però, è fondamentale fare rete. E avere un solido collegamento istituzionale. E’ l’appello che fa alla Regione Veneto Sebastiano Grosselle, segretario della Flai – Cgil di Belluno.