Conoscere il mondo delle api: dalla A alla Z. Anzi, “Dalla A alla bzzzzz”. Prosegue il nostro alfabeto “apistico”, curato da Claudio Mioranza. Ecco il ventiquattresimo capitolo.
S di Sensoriale (prima parte) – Le modalità di assaggio di un miele, che sia fatto in maniera professionale per un concorso o per puro piacere, passano attraverso la percezione dei nostri sensi. Magari qualcuno si chiederà: quali, oltre al gusto?
Ora ve lo spiego, passo per passo, utilizzando il nostro vasetto di miele o ancora meglio un bicchiere vetro a baloon, aperto e con alcuni cucchiaini di miele sul fondo.
Il primo esame di un miele è il visivo: con la vista valutiamo il colore, la limpidezza, la fluidità e la trasparenza.
Il secondo è l’olfatto: utilizzando i ricettori posti nel naso, andiamo ad annusare il bicchiere e in primis valutiamo l’intensità del profumo percepita che potrà essere debole, media, forte. E poi, pescando nel nostro archivio personale (cervello), o nella memoria, andiamo a creare un’associazione.
A questo punto, con un cucchiaino, assaggiamo il nostro miele coinvolgendo il gusto. Schiacciando il miele tra la lingua e il palato, e lasciando agire la salivazione, possiamo innanzitutto distinguere (se esperti) i quattro sapori fondamentali: dolce, acido, salato, amaro. Oppure, se semplici consumatori, cercare per esempio il gusto dolce e balsamico, caratteristico del tiglio bellunese.
Da valutare con il gusto anche la sua intensità e persistenza con eventuale retrogusto finale, man mano che il miele viene deglutito o diluito con la saliva.
E infine il tatto: attraverso il cucchiaino, spatolando il miele sul bordo bicchiere o nella bocca con la lingua, possiamo percepire la viscosità del miele, o suoi i cristalli più o meno fini o grossolani.
Buon assaggio e degustazione. Bzzzzz!
Claudio Mioranza – Apicoltore dolomitico