Villaggio olimpico, i sindacati raccolgono le firme: «Sia fatto a Borca»

Villaggio olimpico, i sindacati raccolgono le firme: «Sia fatto a Borca»

Il villaggio olimpico? Sì a Borca, no a Fiames. Anche i sindacati entrano nella questione relativa alla scelta della sede per il villaggio degli atleti per i prossimi Giochi invernali del 2026. Lo fanno con un documento unitario, presentato questa mattina nella sede della Cisl a Belluno, nel quale elencano le motivazioni che dovrebbero far prevalere la scelta sull’ex colonia Eni progettata dall’architetto Gellner. 

«Abbiamo studiato attentamente i canoni e i princìpi che il comitato olimpico internazionale definisce come fondamentali per le prossime manifestazioni – esordiscono i segretari di Cgil, Cisl e Uil, Denise Casanova, Massimiliano Paglini e Sonia Bridda – e ci chiediamo se l’ipotesi di costruire il villaggio a Fiames risponda a questa logica».

Per i sindacati «Non ha alcun senso buttare 39milioni di euro per un’opera che dopo pochi mesi andrà smontata. Perché invece non investire questi soldi per un progetto che migliori una struttura già esistente, il cui recupero segnerebbe un new deal per la montagna e per tutto il bellunese?».

Se verrà fatto il villaggio a Fiames – si legge nel documento che sarà consegnato a Regione e fondazione Milano – Cortina – non vi sarà alcuna eredità sul territorio, con buona pace della legacy richiesta dal CIO, in quanto il progetto prevede di costruire e poi smontare gli edifici prefabbricati. Inoltre, andrebbero realizzati tutti i servizi di urbanizzazione dell’area, che una volta conclusi i Giochi, dovrebbero essere dismessi per non impattare dal punto vista ambientale ovvero essere abbandonati con le logiche conseguenze.

Se così fosse, nulla rimarrebbe sul territorio e si perderebbe l’ennesima – e irripetibile – occasione di riqualificare e rilanciare il territorio montano contrastando lo spopolamento, generando sviluppo, occupazione e sostenibilità ambientale e sociale.

Tutt’altra musica, invece, se si decidesse di riqualificare l’ex villaggio Eni di Borca di Cadore, come spiega Sonia Bridda, coordinatrice della Uil Belluno:

I sindacati ne fanno anche una questione di sicurezza: «L’ipotesi Fiames porta con sé anche un elevato rischio idrogeologico – è scritto nel documento – perché l’area in cui dovrebbe essere realizzato il villaggio provvisorio, ricade almeno in parte in zona di pericolosità geologica P2 del Piano di Assetto Idrogeologico e andrebbe costruito sul letto del fiume Boite in area fluviale a rischio di esondazione. Tutto ciò impegnando la bellezza di 39 milioni di euro solo per il villaggio temporaneo». La scelta di Borca, invece, spiega Massimiliano Paglini, segretario Cisl di Belluno – darebbe una risposta concreta, rapida, sostenibile e senza spreco di denaro pubblico alla cittadinanza di Borca che è già oggi a rischio incombenza del movimento franoso.

A chi avanza il dubbio che forse i buoi sono già scappati dal recinto, i sindacati rispondono che  «si poteva partire un po’ prima, in effetti», ma il tempo non è scaduto: «Ci siamo informati – spiega Paglini – e la possibilità di cambiare idea c’è ancora, se c’è la volontà». Fondamentale sarà avere al fianco i cittadini bellunesi. «Finora nessuno ha chiesto loro cosa ne pensino delle varie opere previste per le olimpiadi- attacca Denise Casanova, segretaria della Cgil – e questa è una vera mancanza di rispetto, perché gli abitanti di un territorio vanno consultati». Lo faranno i sindacati, con una serie di banchetti nei quali verranno anche raccolte le firme a favore della petizione: 

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