“Vaia, uno sguardo antropologico”, al Museo di Seravella le ferite ancora aperte

“Vaia, uno sguardo antropologico”, al Museo di Seravella le ferite ancora aperte

A tre anni da Vaia, il Museo etnografico della Provincia di Belluno presenta il progetto di ricerca antropologica condotto quest’anno sugli effetti della tempesta all’interno delle comunità bellunesi. Due ricercatrici – Iolanda Da Deppo e Daniela Perco – hanno raccolto nel corso della loro campagna di indagine alcune interviste antropologiche, partendo da alcune domande guida: tutti abbiamo sotto gli occhi le devastazioni provocate da Vaia nel nostro territorio e il fermento dei lavori di sistemazione, ma che segno ha lasciato la tempesta nelle persone che l’hanno vissuta? Questo accadimento ha avuto la forza di modificare il nostro modo di pensare il futuro e di avvicinarci all’ambiente naturale?

Ha forse condizionato alcune nostre scelte e azioni? Possiamo raccogliere un archivio di testimonianze finché è ancora viva la memoria dell’evento? E in seguito, la pandemia che stiamo vivendo ci ha forse fatto apprezzare maggiormente le nostre realtà, per certi versi isolate ma in questo frangente da considerare più sicure?

Le risposte sono arrivate ascoltando le persone che hanno vissuto sulla loro pelle gli effetti del maltempo di fine ottobre 2018. Dal Comelico al Feltrino, dove maggiori sono stati gli effetti distruttivi del vento; passando per l’Alto Agordino, dove è stata la furia dell’acqua a lasciare i segni più importanti.

Il lavoro di ricerca si è concluso qualche settimana fa e verrà presentato in una serata-convegno nella sala conferenze del Museo di Seravella (Cesiomaggiore). «La data scelta non è casuale: venerdì 29 ottobre, giorno dell’anniversario di Vaia – spiega il consigliere provinciale delegato alla cultura, Simone Deola -. Questo progetto di ricerca, finanziato nell’ambito dell’Accordo tra Presidenza del Consiglio dei Ministri e Regione del Veneto per la valorizzazione dei territori colpiti dall’Evento Vaia in memoria della Grande Guerra, ci dà l’opportunità sia di ricordare il fenomeno Vaia sia anche di ragionare su quelli che sono gli effetti a lungo termine, pratica indispensabile per programmare il futuro delle nostre comunità».

La serata inizierà alle 20.30. Verranno proiettati anche alcuni contributi video del regista e antropologo visivo Michele Trentini, tra cui il documentario “Vaia/due racconti”, con Fermo Pomarè (guardia boschiva) e Matteo Melchiorre (storico e scrittore).

Alla sala conferenze si può accedere solo con Green Pass e mascherina. Prenotazioni all’indirizzo mail museoseravella@provincia.belluno.it

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