Un questionario per capire quant’è buona l’acqua bellunese

Un questionario per capire quant’è buona l’acqua bellunese

E’ buona, l’acqua bellunese? Aiuterà a scoprirlo un questionario. E’ l’idea venuta al comitato consultivo degli utenti del consiglio di bacino “Dolomiti bellunesi” per il servizio idrico. Un organo che esiste da tre anni e che per legge rappresenta di fatto una “voce” alternativa che comprende cittadini e associazioni. Nove gli organismi che costituiscono il comitato: Appia/Confartigianato, Confcommercio, Confindustria, Federconsumatori, Ust Cisl, Confagricoltura, Cia, Comitato acqua bene comune, Lega consumatori.

«Il 95% dell’acqua di rubinetto in provincia proviene da sorgenti – spiega il presidente Guido Mattera – e subisce costanti controlli da parte di Bim Gsp, il gestore. Sono circa 18mila quelli che vengono fatti all’anno».

Con un’acqua così buona, suona come un controsenso che l’Italia sia il terzo paese al mondo per il consumo di acqua minerale in bottiglia. Sarà così anche a Belluno? «Cercheremo di capirlo con questo questionario – spiega Mattera – che è molto semplice. Chiediamo semplicemente agli utenti di farci sapere se bevono l’acqua dei loro rubinetti oppure no, e per quali motivi».

Il comitato, attraverso l’aiuto dei nove componenti, conta di raggiungere un buon numero di cittadini. Il questionario sarà infatti compilabile sia online, dal sito del consiglio di bacino “Dolomiti bellunesi”, ma si troveranno anche diverse copie cartacee (che potranno essere consegnate ad una delle associazioni o spedite via email a segr.cdbidrico@provincia.belluno.it)

«Ad agosto raccoglieremo i dati e potremo avere una fotografia, seppur parziale, indicativa della situazione. Anche perché il nostro target di riferimento è diverso da quello su cui basano le indagini di Bim Gsp, che è in pratica formato dai capifamiglia».

I dati saranno poi resi pubblici. «E serviranno anche ai sindaci e allo stesso consiglio di bacino – chiosa Mattera – perché forniranno un quadro più preciso della percezione dei cittadini bellunesi nei confronti del loro servizio idrico. Oltre a conoscere, magari, quali acquedotti presentano maggiori difficoltà, confermando i dati in possesso di Bim Gsp oppure dando la possibilità di indirizzare gli investimenti».

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