Tutto come a marzo, o quasi. Agli studenti bellunesi non piace la scuola Covid

Tutto come a marzo, o quasi. Agli studenti bellunesi non piace la scuola Covid

La mascherina? «Non è un problema, a scuola. Non pesa. La cosa più strana è non poter giocare a ricreazione». La didattica a distanza? «Orribile». Cronache scolastiche. O meglio, pareri e punti di vista degli studenti bellunesi. Divisi in due blocchi: da una parte chi può continuare a frequentare le lezioni in aula (elementari e medie), dall’altra chi deve seguire tutto da casa, davanti al pc (superiori e università).

Sì, perché anche la scuola ha dovuto riadattarsi con l’ultimo Dpcm: stop alla didattica in presenza dalla prima superiore in su; lezioni normali con distanziamento e mascherina per tutti gli altri. 

«Fare lezione in modo telematico è orribile – il commento di Anna, una ragazza all’ultimo anno del liceo classico cittadino –. Lo schermo impedisce di instaurare un rapporto sia con i professori sia con i compagni di classe». Dello stesso avviso anche Alessio, studente di ingegneria informatica a Padova, al secondo anno; con una visione un po’ più pessimistica: si dice terrorizzato all’idea che si possa riproporre lo stesso copione andato in scena a marzo. «L’altra sera ci è arrivata una e-mail in cui c’era scritto che le lezioni in presenza non si sarebbero potute fare – spiega Alessio -. Un messaggio freddo e lapidario. Prendere o lasciare. In men che non si dica abbiamo dovuto adattarci al nuovo modo di fare scuola». 

Alberto, al primo anno dell’Iti Segato, spera che non sia l’inizio di una storia infinita come l’anno scorso. «Il mio percorso scolastico alle medie è terminato con un esame online. Adesso si riprende allo stesso modo. All’inizio non volevo crederci. Però, per fortuna, l’ultimo decreto ci concede la possibilità di frequentare almeno i laboratori. Al momento non sappiamo ancora nulla; non ci resta che attendere buone nuove». 

La Dad, insomma, non piace. I giovani, forse in modo forse inaspettato, preferiscono ancora la didattica fatta di lavagne, gessi, quaderno e matita. «La situazione attuale è sicuramente transitoria – conclude Anna – e, anche con il nostro sacrificio, riusciremo a sbarazzarci del Covid quanto prima per tornare alla cara vecchia scuola in presenza».

Alle medie, invece, tutto come prima. O quasi. Giacomo che frequenta la classe terza in uno degli istituti cittadini è potuto entrare in classe sia ieri sia oggi, come tutti gli altri giorni. Anche se la normalità è ancora distante. «Andare a scuola, per me, non è mai stato un peso – dice Giacomo –. Non lo è neanche quest’anno, nonostante qualche difficoltà. Il problema non è la mascherina, anzi. I problemi sono altri; la cosa più strana è non poter giocare o scambiare due parole con i propri compagni di classe senza pensieri». 

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