Soccorso alpino, varata la nuova legge che disciplina il settore

Soccorso alpino, varata la nuova legge che disciplina il settore

Una modifica legislativa che definisce meglio il ruolo del Soccorso alpino. È la legge 126, licenziata il 13 ottobre di quest’anno dal Parlamento e che converte in legge il decreto 104 dello scorso agosto, legato all’emergenza coronavirus ma che tratta anche il tema dell’emergenza e del soccorso alpino. La normativa è stata presentata oggi in videoconferenza stampa, a cui hanno preso parte il ministro per il Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, il presidente del Soccorso alpino e speleologico Maurizio Dellantonio, il membro della direzione nazionale Fabio “Rufus” Bristot.

In particolare viene esplicitata l’attività del Cnsas a favore di soggetti “in imminente pericolo di vita e a rischio evoluzione sanitaria”, oltre che l’attività di “ricerca e al soccorso dei dispersi”. In realtà la cosa era già presente nella legge 74 del 2001 ma poi, nel corso degli anni, non sempre i confini di intervento sono stati chiari. «L’introduzione del principio della direzione tecnica delle operazioni di soccorso – spiega Dellantonio – risolve in via definitiva questioni di carattere interpretativo sul soggetto a cui spetti attuare il coordinamento e la direzione di interventi di soccorso limitatamente agli scenari montani e in grotta, oltre che negli ambienti impervi».

Viene anche ribadito lo stretto rapporto tra Cnsas e il Servizio sanitario nazionale attraverso le centrali di soccorso, ovvero i “vecchi” 118 e le nuove centrali Nue 112, con l’obbligo di stipulare apposite convenzioni finalizzate “a disciplinare i servizi di soccorso e di elisoccorso.”

Viene anche introdotta la possibilità di indennizzare particolari figure operative. Uno stato di fatto in realtà già consolidato da una trentina d’anni, ad esempio per quanto riguarda posizioni iperspecializzate come il tecnico di elisoccorso o gli istruttori tecnici, che percepiscono nelle occasioni di servizio attivo, con una media di 3/4 turni al mese.

Nella nuova legge vengono messe per iscritto anche sette nuove figure professionali specialistiche: tecnico di centrale operativa; coordinatore di operazioni di ricerca; tecnico di ricerca; tecnico di soccorso in pista; tecnico disostruttore; tecnico speleosubacqueo; pilota di sistemi aeromobili a pilotaggio remoto.

«Molte di queste figure – spiega Alex Barattin, delegato per la zona Dolomiti bellunesi del Cnsas del Veneto – noi le abbiamo introdotte già da alcuni anni. Il fatto che ora questo sia stato recepito nella legge nazionale è una grande soddisfazione e riconosce il lavoro svolto. Così come è importante che sia esplicitato chi abbia il ruolo di coordinamento e direzione delle operazioni di salvataggio in ambiente cosiddetto ostile. Una cosa che alle nostre latitudini può sembrare scontata, ma che non è così in tutta Italia, dove magari gli ambienti sono meno chiaramente individuabili».

Infine, la legge prevede anche lo stanziamento di 750mila euro all’anno per il prossimo triennio. Soldi che serviranno a coprire parte delle spese per l’adeguamento delle polizze assicurative contratte a favore dei soci del Cnsas. «Con l’adeguamento dei massimali – spiega Fabio “Rufus” Bristot, consigliere nazionale del Soccorso alpino – c’è stato un aumento di circa il 30%: ora nel complesso assicurare tutti i volontari costa circa 1 milione e 500 mila euro all’anno». «Quei soldi serviranno anche per i periodici controlli sanitari – aggiunge Rodolfo Selenati, presidente del Cnsas regionale – che in Veneto abbiamo introdotto da tre anni».

Di risultato importante parla il ministro D’Incà: «Questa modifica rende ancora più esplicito il ruolo del soccorso alpino, la cui opera, con oltre 180mila interventi nella sua storia, dei quali 10mila solo nel 2019 (e oltre novecento in Veneto), è di assoluto rilievo per l’intero Paese. Ringrazio, quindi, tutti i volontari e i membri del Cnsas per la straordinaria attività svolta in questi anni e il ricordo, in particolare, è per tutti gli uomini uomini e le donne del Soccorso Alpino che hanno perso la vita in questi anni durante le operazioni di soccorso, da Sergio Francese ai nostri angeli di “Falco” caduto nel 2009».

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