Prosegue a gonfie vele “Triticum Dolomiti”. Nato da un’idea di Mirco D’Incà e Johannes Keintzel, il progetto si pone come obiettivo quello di sviluppare un’agricoltura rigenerativa e sostenibile senza l’uso di chimica di sintesi in Valbelluna: questo grazie alla coltivazione di cereali locali e resistenti alle nuove condizioni climatiche, ricostruendo nel frattempo paesaggi ed ecosistemi.

Dopo una campagna di crowdfunding, alla quale hanno partecipato ben centoventi persone, è stato possibile acquistare una seminatrice da sodo, arrivata a Feltre a metà gennaio. «La seminatrice è la prima del suo genere nella provincia di Belluno – afferma Mirco D’Incà – e siamo veramente orgogliosi di poterlo annunciare a tutti”».

Anche secondo Johannes Keintzel, grazie a questo strumento il progetto potrà avanzare notevolmente: «Potremo cominciare a sperimentare nei campi e creare un laboratorio a cielo aperto visitabile da tutti, in modo che le conoscenze vengano condivise il più possibile».

I due agricoltori bellunesi sono convinti che un’agricoltura diversa da quella convenzionale e rispettosa per l’ambiente e i consumatori sia possibile. E in virtù della semina su sodo. La tecnica agronomica, infatti, permette di mantenere invariate le caratteristiche fisico-chimiche del suolo, limitandone l’erosione e la perdita di importanti nutrienti, ma anche favorendo l’aumento dell’attività biologica e alti tassi di sequestro di carbonio atmosferico.

«Vogliamo ringraziare ancora una volta tutte le centoventi persone che hanno sostenuto la raccolta fondi. Siamo felici che abbiano scelto noi e il nostro progetto per amplificare la loro voce – affermano Mirco e Johannes, che a breve inizieranno a testare la seminatrice -. Aspettiamo tutti in primavera per una visita in campo, per vedere con noi la macchina e ammirare il frumento nella sua fase di crescita». 

Ulteriori informazioni sul progetto sono disponibili sulle pagine Facebook e Instagram “Triticum Dolomiti” oppure scrivendo all’indirizzo info@triticumdolomiti.it.