Due su 23. Praticamente il 9% del consiglio dei ministri è bellunese. Anzi, di Trichiana. Perché sia D’Incà (di Pialdier) sia Franco sono originari di quella che oggi è frazione di Borgo Valbelluna. Un caso più unico che raro nella storia della Repubblica: un paese da 4.700 abitanti che esprime due ministri nella stessa legislatura. Non era mai successo prima.
A questo punto Trichiana non è più “paese del libro”, ma “paese dei ministri”. Perché sono addirittura tre i rappresentanti trichianesi che hanno bazzicato le stanze di Palazzo Chigi. Qualche anno fa c’era anche Aldo Brancher, l’uomo che ha dato avvio all’omonimo fondo per i Comuni dirimpettai di Trento e Bolzano.
Per trovare una simile combinazione bisogna andare a incrociare carta geografica e annali della politica. E risalire fino al 1958-59, governo Fanfani II. All’epoca c’è una cittadina toscana che sforna ben due ministri: Giuseppe Togni (della Dc, ministro dei lavori pubblici) ed Edgardo Lami Starnuti (socialdemocratico, alle partecipazioni statali). Entrambi vengono da Pontedera.
Altro caso paragonabile è quello dell’Irpinia, un territorio comunque molto più vasto di Trichiana. Tre i ministri avellinesi più o meno recenti, mai in contemporanea: Ciriaco De Mita, Graziano Rotondi e l’attuale ministro degli esteri, Luigi Di Maio.