«E’ una questione di principio. Non può essere Bolzano a decidere per tutti e limitare il diritto di molti italiani a partecipare». Il parlamentare di Forza Italia Dario Bond non molla. Per lui l’inserimento dell’obbligo di conoscere il tedesco scritto e parlato come requisito necessario nel bando (appena scaduto) per il ruolo di direttore della Fondazione Dolomiti Unesco non ha ragion d’essere.
«Mi sono studiato una decina di bandi simili – tuona Bond – e ovunque, come requisiti necessari, sono inserite la conoscenza della lingua inglese e della lingua del paese dove ha sede il proponente. Nel nostro caso parliamo della Fondazione Dolomiti Unesco, che ha sede di rappresentanza a Belluno e sede operativa a Cortina. Quindi il bilinguismo non c’entra nulla».
Per il parlamentare bellunese questa vicenda «E’ l’ennesima dimostrazione della debolezza della nostra politica. Mi dispiace che il presidente della Provincia Roberto Padrin e la Regione Veneto, così come i rappresentanti di Trentino e Friuli Venezia Giulia (tutti presenti nel CdA) abbiano di fatto “calato le braghe” di fronte alle richieste della rappresentante altoatesina. Ma la cosa peggiore è che così si crea un precedente. Sarebbe bastato mantenere l’impostazione del bando del 2013, dove la conoscenza del tedesco era un requisito facoltativo, ma non necessario».
E ora? Bond non intende fermarsi. «Secondo me e qualche legale a cui mi sono rivolto si prefigura una discriminazione nei confronti dei cittadini italiani. E allora invito i candidati che si sentissero penalizzati ingiustamente per non essere magari fini conoscitori del tedesco a fare ricorso al Tar: mi impegno personalmente a seguirli e mettere a disposizione delle consulenze legali».
Ma non solo. C’è poi l’azione politica. «La prossima settimana andrò alla sede romana della Fondazione Unesco. Intendo portare all’attenzione del segretario generale questo bando discriminatorio».