La tradizione vuole che, in quasi tutte le valli bellunesi, si accendano i fuochi, come rito propiziatorio del nuovo anno.
Si bruciano le cose vecchie e ci si prepara all’annata appena cominciata.
Un tempo, dalla direzione che prendevano le fiamme e il fumo, si traevano auspici riguardo al futuro.
Soprattutto per la vita contadina: stagione secca o piovosa, importante per il raccolto.
I grandi falò prendono nomi diversi a seconda della zona: Pavarui (Agordino), Paaruoi (Val di Zoldo), Pagaruoi (Rocca Pietore). E vengono accesi all’imbrunire della vigilia dell’Epifania.
In alcune località del Cadore e dell’Alto Agordino, infatti, era diffuso il mito della Donaza o Redodesa che arrivava per fare dispetti ai bambini monelli.
CURIOSITÀ CULINARIE
Nel Nord Italia è diffuso il dolce della pinza o della fugassa, arricchita di fichi e frutta secca.
Nel Salento, e un po’ in tutto il Sud Italia, ci sono invece le cartellate o caragnole: dolcetti fritti a base d’olio d’oliva, miele e lievito di birra.
E quindi da Nord a Sud, dalle Dolomiti al mare… attenti a questa vecchietta: potrebbe giocarvi qualche scherzetto se non siete stati buoni.
Buona Epifania…. che tutte le feste si porta via!
Porterà via anche Leggende in quota?
A voi la parola…