Risorse nuove per i Comuni di confine. Non per quelli dirimpettai di Trento e Bolzano, per i quali esiste l’apposito fondo; ma per i territori che guardano a Est, verso il Friuli Venezia Giulia. È quanto prevede lo schema di decreto approdato ieri in Commissione Bilancio della Camera, che regola il cosiddetto Fondo Letta (istituito nel 2007 e poi interrotto).
I finanziamenti sono stati stanziati nelle leggi di bilancio, ma per sbloccarli sono stati necessari alcuni passaggi: lo schema di decreto del presidente del Consiglio dei Ministri; il parere favorevole della Conferenza permanente Stato Regioni; infine, il parere delle Commissioni bilancio di Camera e Senato.
Al “Fondo per le aree svantaggiate di confine” possono accedere i 20 Comuni piemontesi che confinano con la Regione Valle d’Aosta e i 27 Comuni veneti confinanti con il Friuli Venezia Giulia. La modalità di erogazione è attraverso bando, ma le maglie sono abbastanza larghe, visto che gli investimenti previsti guardano allo sviluppo economico e sociale; di conseguenza, è possibile finanziare sia lavori pubblici su infrastrutture, sia opere pubbliche quali scuole, edifici, impianti sportivi. La disponibilità è di circa 50 milioni di euro, poco più di un milione di euro per ciascun Comune. Soldi che mai come in questo periodo di lenta ripresa post-Covid si rivelano indispensabili per i sindaci e gli enti locali. Ne sanno qualcosa i 12 Comuni bellunesi che possono accedere al fondo: Alpago, Chies, Domegge, Longarone, Lorenzago, Ospitale, Perarolo, Pieve di Cadore, Santo Stefano, Soverzene, Tambre e Vigo.