Studio di fattibilità per nuovi collegamenti sciistici, “Peraltrestrade” attacca la Regione

Studio di fattibilità per nuovi collegamenti sciistici, “Peraltrestrade” attacca la Regione

Ambientalisti contro la Regione. Tema, ancora una volta, i progetti futuri (o futuribili) riguardanti l’osteggiato collegamento sciistico tra Cortina, Arabba e l’area del Civetta. Un’idea che la giunta regionale (con in testa il governatore Luca Zaia e l’assessore al turismo Federico Caner) ha sempre giudicato strategica per il futuro del territorio, anche in ottica di mobilità sostenibile in alternativa all’uso dell’auto. Ma che lo stesso Caner pareva aver messo da parte lo scorso ottobre, quando disse che «In ottica olimpica, ed in accordo con le società impiantistiche, abbiamo deciso di investire le risorse disponibili nella riqualificazione delle strutture esistenti». Aggiungendo che «Nessun nuovo impianto attraverserà siti Unesco e aree protette».

Ed a queste parole fanno riferimento le sigle ambientaliste raccolte nell’associazione “Peraltrestrade” per attaccare frontalmente il referente regionale per il turismo.

«In totale contraddizione con quanto affermato in quella occasione (un’intervista al quotidiano “Il Corriere delle Alpi”, ndr)  – scrivono gli ambientalisti – apprendiamo che nel Bur del 3 gennaio scorso la Regione Veneto ha affidato l’incarico per la redazione dello studio di fattibilità tecnico-economica riguardante i possibili collegamenti sciistici intervallivi Cortina – Civetta – Alta Badia allo Studio Plintos Ing. Diego De Carli con sede ad Alano di Piave, per un importo totale di 71.560 euro».

Il coordinamento delle associazioni ambientaliste attacca: «Non reputiamo accettabile che l’ente pubblico arrivi a finanziare non solo le opere di società private, ma addirittura la loro progettazione e che simili decisioni vengano prese senza avviare un preventivo confronto con i territori interessati. Con questa iniziativa, la Regione Veneto vìola apertamente i princìpi della Convenzione delle Alpi nei suoi diversi protocolli e non recepisce alcuna indicazione dall’Agenda Onu 2030. Anzi, si muove in maniera opposta a quanto si sta progettando a livello globale per contrastare il cambiamento climatico. Riteniamo sia urgente che tutto questo venga portato all’attenzione delle istituzioni internazionali come pure ci attendiamo, da subito, una severa censura da parte della Fondazione Dolomiti Unesco»

«Le emergenze della montagna bellunese sono ben altre – conclude Peraltrestrade – e gli investimenti per il rilancio andrebbero fatti sui servizi, sulla salute, sulla formazione scolastica e la manutenzione ambientale. Serve cioè mettere in atto una strategia che eviti il continuo spopolamento della montagna e il depauperamento culturale dovuto alla fuga dei giovani».

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