«Stagione invernale irrimediabilmente persa». Gli albergatori scrivono al governo

«Stagione invernale irrimediabilmente persa». Gli albergatori scrivono al governo

 

Se si potesse sintetizzare tutto con i colori, quello dell’inverno bellunese sarebbe il nero. No, non il bianco della neve che finalmente ha benedetto le Dolomiti come non si vedeva da anni. Ma il nero di una stagione mai partita e ancora nel limbo. O tutt’al più il rosso: quello delle restrizioni massime che potrebbero venire avanti nei prossimi giorni e quello dei conti, sempre più in difficoltà per chi di stagione invernale ci vive.

Il nero è anche quello dell’inchiostro con cui Federalberghi Belluno ha scritto un documento riepilogativo delle criticità degli operatori turistici. Documento consegnato al ministro Federico D’Incà. «Si tratta della sintesi di quanto già più volte manifestato, espresso e portato all’attenzione delle forze di governo negli ultimi mesi. Ancora non abbiamo chiarezza di quali scenari ci aspettano dal punto di vista pratico rispetto ai tempi di apertura della stagione invernale; ciò che preoccupa ancor di più però è l’incertezza sui ristori che a gran voce chiediamo a tutti i livelli» spiega Walter De Cassan, presidente provinciale di Federalberghi.

«Le proposte sottoposte al ministro sono frutto di condivisione con i colleghi dell’Associazione Albergatori di Cortina e di Federalberghi nazionale e regionale», prosegue De Cassan. «I temi cruciali sui quali è urgente intervenire a tutela delle imprese dell’accoglienza sono molti; alcuni esempi? Un efficace sistema di ristori e una maggiore chiarezza ed estensione sul fronte “esenzione Imu”; strumenti che permettano ai nostri collaboratori e dipendenti annuali e stagionali di attutire il colpo della mancanza di lavoro; la necessità di intervenire sui sistemi di credito per una maggiore flessibilità e durata dei finanziamenti; l’urgenza di riparametrare alla reale operatività le pesanti voci di bilancio riferite ad esempio alla tassa rifiuti e al canone speciale Rai».

Tutte misure che potrebbero far sopravvivere il sistema turistico. Di più è impossibile. «La stagione è ormai irrimediabilmente persa» conclude De Cassan. «L’intero comparto dell’accoglienza bellunese, dagli alberghi ai rifugi, dall’extra-alberghiero professionale ai campeggi, così come i pubblici esercizi e tutte le imprese che vivono di turismo, sta vivendo con responsabilità ed enormi sacrifici aziendali questo periodo dando fondo alle proprie risorse per far fronte all’impossibilità di lavorare. Il domani deve essere programmato su certezze operative e su sostegni mirati affinché il processo di spopolamento e di abbandono della montagna non subisca, con l’emergenza, il definitivo tracollo. Non bastano più la resilienza e l’amore per la propria terra in coloro che la abitano e vi lavorano. Se non si interverrà d’urgenza con politiche mirate per la montagna le conseguenze saranno drammatiche».

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