Lavoro nero nell’occhialeria. Lo ha scoperto la Guardia di Finanza di Belluno.
In un’operazione congiunta con l’Ispettorato territoriale del lavoro e la Spisal, le Fiamme Gialle hanno trovato sei lavoratori in nero e sette irregolari in piccole aziende del settore, gestite da soggetti di etnia marocchina (aziende che in precedenza erano di proprietà di cinesi, trasferitisi poi nel Trevigiano).
Sono state contestate gravi violazioni fiscali e sulla sicurezza del lavoro, con omissioni di ritenute per oltre 5mila euro e mancate formazioni e forniture di dispositivi di protezione. È stata proposta la sospensione delle attività imprenditoriali coinvolte, con sanzioni amministrative fino a 70.200 euro. «La Guardia di Finanza di Belluno continua a combattere il lavoro sommerso, proteggendo l’economia legale e i diritti dei lavoratori» si legge in una nota del comando provinciale. E torna d’attualità il dibattito sulla sicurezza sul lavoro.
«Grazie all’incessante lavoro della Guardia di Finanza sono emerse irregolarità che minavano la sicurezza dei lavoratori. È disarmante come notizie di questo tenore non vadano fuori moda, anzi. E questa situazione ci preoccupa» afferma Roberto Toigo, segretario generale Uil Veneto. «Il lavoro delle forze dell’ordine ha fatto sì che venissero scoperte alcune aziende della subfornitura dell’occhialeria con personale “in nero” e con inquadramenti irregolari. Inoltre in queste aziende non veniva rispettata la formazione in tema di sicurezza sul posto di lavoro. Ricordo che la Uil Veneto non abbassa la guardia per quanto riguarda la sensibilizzazione alla cultura della sicurezza e della vita. Laddove ci si volta dall’altra parte e non si rispettano le regole aumentano i rischi di infortuni anche gravi che la Uil Veneto, come sindacato delle persone, condanna senza se e senza ma».