In primavera, si sa, si preparano i campi. Quello delle ipotesi è arato e pronto. Alla semina dei dubbi. Sì, perché per quanto riguarda scuola e soprattutto esami di stato si sa poco, pochissimo, quasi nulla. La ministra Azzolina è comparsa all’improvviso per un’informativa al Senato la settimana scorsa: una parentesi in mezzo a una lunga e silenziosa assenza. Gli studenti attendono speranzosi novità e aggiornamenti che non arrivano. Intanto, mancano dieci settimane alla maturità (sempre che il calendario venga rispettato). E allora, via con le ipotesi.
Due gli scenari che sembrano farsi strada. Diversi a seconda di una variabile non di poco conto (e ben poco prevedibile, a oggi): il ritorno sui banchi prima dell’ultima campanella. Se i ragazzi dovessero rientrare a scuola, parrebbero confermate le due prove scritte: tema di italiano uguale per tutti, e seconda prova diversa a seconda del tipo di scuola (greco-latino per il classico, matematica-fisica per lo scientifico, e via dicendo). In caso di mancato rientro, invece, sembra farsi largo la possibilità di un esame solo orale; corposo, impegnativo, con tutte le materie, ma solo orale, davanti a una commissione formata da membri interni alla scuola.
La ministra non si è ancora pronunciata. Ha detto che il Miur lo farà a breve. A questo punto resta da capire se le ipotesi, entrambe verosimili, potranno rispondere ai criteri secondo cui la titolare del ministero dell’istruzione ha chiesto che la maturità non sia un esame farsa.
E per i ragazzi delle medie? Anche qui dubbi su dubbi. L’esame canonico sarebbe costituito da tre prove scritte e un colloquio. Il numero potrebbe essere rimodulato, con l’eliminazione di una o più prove. Oppure, scritti e orale potrebbero essere sostituiti in blocco dalla semplice valutazione finale del consiglio di classe. In pratica, tutti promossi senza passare per la commissione. Dopotutto, si tratta di un esame esperimento. E perché l’esperimento riesca, le cavie non devono fare una brutta fine…