Siccità e grandine, Coldiretti conta i danni: «Già dimezzata la produzione»

Siccità e grandine, Coldiretti conta i danni: «Già dimezzata la produzione»

Prima la “grande sete”, poi le grandinate (rigorosamente al plurale, dato che ce ne sono state almeno due colossali in dieci giorni). Il risultato è drammatico per l’agricoltura, che conta i danni in un momento della stagione che invece dovrebbe essere quello del lavoro a testa bassa. Danni che nel Bellunese partono dagli effetti della grandine. Quella di martedì (21 giugno) ha colpito una fascia che va dal Feltrino alla zona nord del Bellunese con segnalazioni ad Arsiè, Quero Vas, Ponte nelle Alpi e Belluno. 

I tecnici di Coldiretti sono sul territorio per la verifica dei danni: in montagna gli orti coltivati a fagioli sono distrutti, coltivazioni di mais e soia gravemente danneggiate. E dove non è arrivata la grandine, ha fatto disastri la siccità. 

«Le bizzarrie climatiche continuano a condizionare l’agricoltura» commenta Coldiretti, che ha stimato in 3 miliardi di euro a livello nazionale il conto delle perdite, che riguardano anche il settore zootecnico, visto che i pascoli in molte parti sono secchi.

«Accanto a misure per immediate per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione, appare evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo. Più di un quarto del territorio nazionale (28%, ndr) è a rischio desertificazione con una situazione di grave siccità che riguarda le regioni del Sud e del Nord dove la grande sete minaccia un territorio del bacino padano che rappresenta più del 30% del Made in Italy agroalimentare».

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