Serrande abbassate nell’anno del Covid: perse quasi 200 imprese

Serrande abbassate nell’anno del Covid: perse quasi 200 imprese

Il numero fa rabbrividire: 194 imprese chiuse in un anno. In pratica, quasi 17 al mese. È l’effetto Covid. E il dato del 2021, con l’onda lunga di lockdown e ritorno di fiamma del virus, rischia di essere ancora peggiore (quanto meno nella prima parte dell’anno). Perché per le attività economiche è impossibile – o quasi – non avere contraccolpi dalla pandemia.

La fotografia della situazione è drammatica. A scattarla, l’ufficio studi della Camera di Commercio. La cornice dice che in provincia di Belluno il saldo annuale tra attività nate e attività morte è negativo: -194 sedi d’impresa, in peggioramento rispetto al 2019 (-97 unità); è il risultato di un’importante contrazione avvenuta nel primo trimestre dell’anno (-182 unità), più accentuata rispetto a quella dell’analogo periodo dell’anno precedente (-135) e da una ulteriore flessione registrata tra settembre e dicembre 2020 (-52 unità), sempre in peggioramento rispetto alla corrispondente di un anno fa (-44). La ripresa avvenuta nei due trimestri centrali dell’anno (+40 sedi, ma era di +82 la crescita nello stesso periodo del 2019) è stata inutile nel conto finale.

SERRANDE ABBASSATE

Il settore del commercio al dettaglio è quello che accusa la variazione annuale più significativa (-69 sedi d’impresa), in lieve peggioramento rispetto al saldo di un anno fa (-61); in recupero invece le unità locali (+12) in controtendenza rispetto al 2019 (-17 unità).

Le attività manifatturiere perdono 39 sedi nei dodici mesi, contro le 22 dell’anno scorso; anche questo settore è interessato da una crescita parallela delle unità locali (+14). Il comparto in maggiore sofferenza è quello della metalmeccanica (-27 sedi rispetto a dicembre 2019). L’industria alimentare perde 5 imprese, in controtendenza rispetto a quanto avvenuto nel 2019 (+5). Per quanto riguarda l’artigianato, sono 35 le attività perse.

RISTORANTI E TURISMO

Alloggio e ristorazione evidenziano una controtendenza rispetto all’anno scorso. E non potrebbe essere altrimenti: nel corso del 2020 il settore perde 31 sedi, contro le 11 guadagnate nel 2019. 

I servizi alle persone (inclusi parrucchieri ed estetisti) risultano in flessione (-7 sedi), ma non come nel 2019 (-17): paradossalmente le maggiori perdite si addensano nel primo trimestre (-8), mentre si registra una lieve ripresa nei due trimestri centrali dell’anno (+4). Più in sofferenza la componente artigiana (-10 unità).

CHI GUADAGNA

Nell’anno del Covid, però, c’è anche chi non perde terreno. È il caso dei servizi alle imprese, che mantengono il trend di crescita del 2019 (+25). Le attività immobiliari, forse complice il lockdown, sono aumentate di 30 unità (il dato era +14 nel 2019). Calano invece i trasporti, sempre a causa del blocco di primavera. 

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