«Senza contadini la montagna muore». Messaggio di Mauro Corona ad Agrimont 

«Senza contadini la montagna muore». Messaggio di Mauro Corona ad Agrimont 

«L’agricoltura è vita. E lo è soprattutto nelle terre alte, dove rappresenta manutenzione, cura, lavoro e sacrificio. Senza contadini la montagna muore». Messaggio forte e chiaro quello lanciato da Mauro Corona, ospite d’onore a Longarone Fiere Dolomiti. 

Nell’ultima giornata di Agrimont (ieri, domenica 26) lo scrittore ertano, habitué dello spazio fieristico, è passato alla Mostra dell’agricoltura di montagna, in cerca di una motosega. È arrivato di buon mattino – bandana in testa – e ha ricevuto dal presidente di Longarone Fiere Dolomiti e dal sindaco la tessera d’onore. Poi, bagno di folla tra gli stand, in una domenica che ha registrato fin da subito la coda all’ingresso. 

Tra una foto e l’altra, richiestissimo dai visitatori e dagli standisti di Agrimont, Corona ha parlato del valore dell’agricoltura in generale, e di quella di montagna in particolare.

«Una decina di anni fa ho scritto il libro “La fine del mondo storto”. È il racconto di un mondo che precipita verso la distruzione, che viene salvato dai contadini, da coloro che riescono a produrre la sopravvivenza con le mani» ha detto Corona, intervistato ad Agrimont. «Io vengo a tutte le fiere di Longarone e quest’anno ho visto una frequentazione maggiore. Abbiamo riscoperto il ritorno alla terra, al semplice orto, al geranio, allo sfalcio, alla cura dei boschi. A Milano l’hanno capito: fanno gli orti verticali, nei palazzi si realizzano piccoli orti, ricavando spazi anche dove non ci sono. L’hanno capito che l’uomo senza l’agricoltura è morto. I politici, del resto, cosa mangiano? Trump, Biden, Putin… mangiano i prodotti della terra. Da lì non c’è scampo. E bisogna capire che oggi è necessario mettere da parte i prodotti della terra, non soldi, per far soffrire di meno il mondo. Mettere da parte grano, legumi, formaggio… e acqua».

EMERGENZA IDRICA

Di acqua e siccità ha parlato anche Federico Caner. L’assessore regionale all’agricoltura e al turismo ha portato i saluti al convegno di Apidolomiti sull’apicoltura, incentrato sul cambiamento climatico. E ha focalizzato l’attenzione su un problema atipico per le terre alte, ma di stringente attualità: quello della carenza idrica.

«La gente di montagna è attenta e sa bene qual è il valore dell’acqua, ma lo dico lo stesso: fate attenzione a non sprecare la risorsa idrica» ha detto l’assessore regionale. «Oggi in Italia si registra una perdita di circa il 50% dalle tubature. Servono investimenti e infrastrutture. Bisogna effettuare la pulizia dei laghi e degli invasi, realizzare bacini artificiali. La montagna deve essere messa nelle condizioni di trattenere l’acqua quando c’è, per poterla gestire nei momenti di siccità. Per questo abbiamo chiesto al Governo interventi importanti, anche modificando il Pnrr per agire sul fronte della tutela e della corretta gestione dell’acqua».

L’assessore Caner ha fatto un giro tra gli stand, e una visita alla fattoria di Arav (associazione regionale allevatori veneti) allestita nel piazzale di Longarone Fiere Dolomiti. «È fondamentale preservare l’agricoltura e la zootecnia di montagna, altrimenti si perde un patrimonio inestimabile. Il lavoro di agricoltori e allevatori è di grande importanza anche per contrastare il dissesto idrogeologico e ha un valore altissimo anche per il turismo. Proprio per questo li stiamo aiutando soprattutto in alta montagna, non per niente gran parte dei contributi che la Regione mette a disposizione con il Psr va all’agricoltura di montagna» ha spiegato Caner. «Turismo e agricoltura vanno di pari passo, sono due facce della stessa medaglia. Pensiamo ad esempio ai prodotti tipici locali, apprezzatissimi dai turisti e da chi vuole vivere un’esperienza di gusto. Stiamo valorizzando questi prodotti per far sì che la cucina e le produzioni locali vengano preservate».

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