Ci sono i libri della sua biblioteca privata, le bozze e i manoscritti delle sue opere, i libri di studio dell’università con appunti, disegni e riflessioni: conta 115 documenti la donazione alla Biblioteca Civica di Belluno di materiale di Giovanna Zangrandi, scrittrice, alpinista, partigiana nata a Bologna e poi “adottata” dal Cadore.
La donazione
A consegnare una parte importante della storia di Giovanna Zangrandi (ultimo e più noto pseudonimo di Alma Bevilacqua) nelle mani del direttore della Biblioteca Civica, Giovanni Grazioli, sono state le sorelle Irene e Giuliana De Bernardin: «La mamma ha accudito la Zangrandi per anni, dopo la diagnosi della malattia (morbo di Parkinson), prima nella nostra casa di Costalta, poi nell’abitazione della scrittrice a Borca di Cadore», spiega la signora Irene.
Il collegamento con la Biblioteca di Belluno è arrivato grazie agli appuntamenti culturali proposti in Cadore dal direttore Giovanni Grazioli «in ricordo di Giovanna Zangrandi, dimenticata dopo i festeggiamenti del 2010 per i 100 anni dalla nascita. Poco più di un anno fa, proprio a Borca di Cadore incontrai la signora De Bernardin che mi parlò della volontà della sua famiglia di donare questo materiale a un’istituzione pubblica per valorizzare i documenti e la figura di questa grande scrittrice».
Dopo qualche mese, e per ironia della sorte in occasione del primo anniversario della scomparsa delle madre delle sorelle De Bernardin, il passaggio di testimone, con l’intera documentazione già consultabile sul catalogo online OPAC.
Chi era Giovanna Zangrandi
Quella di Giovanna Zangrandi è stata una figura centrale nella vita cadorina: nata a Bologna nel 1910, dove ha studiato in uno dei licei classici più importanti d’Italia e dove ha conseguito poi la laurea in chimica con specializzazioni in farmacia e geologia, si è trasferita a 27 anni a Cortina d’Ampezzo per insegnare; rivestì un ruolo importante nella Resistenza cadorina come staffetta partigiana, esperienza raccolta nel libro-diario I giorni veri. Finita la guerra, contribuì alla costruzione, apertura e gestione del Rifugio Antelao, a Pieve di Cadore.
Nel corso della sua attività di scrittrice, pubblicò 10 libri (quasi tutti con Mondadori) e oltre 400 racconti, oltra a guide di Borca di Cadore e sull’alpinismo; vinse diversi premi letterari e fu anche attiva nella vita locale, ricoprendo il ruolo di consigliere e assessore comunale nonché di consigliere della Magnifica Comunità di Cadore nella prima metà degli anni Sessanta. Abbandonato l’insegnamento, lavorò – tra gli altri – come affittacamere, spaccalegna e guida alpina. All’età di cinquant’anni le viene diagnosticato il morbo di Parkinson, ma nonostante questo continuò a scrivere fin quando la malattia lo ha consentito. Muore nel 1988 nell’ospedale di Pieve di Cadore.
«La Biblioteca Civica possedeva già le prime edizioni di tutti e dieci i libri scritti da Zangrandi, – sottolinea Grazioli – ma la possibilità di avere accesso alle bozze e ai manoscritti ci consente di studiare la nascita, lo sviluppo, le correzioni e anche le storie nascoste dietro questi racconti. Si tratta di una donazione storicamente e culturalmente molto importante anche perché va a integrare il Fondo Zangrandi già custodito a Pieve di Cadore».
«Custodire e preservare la memoria»
Alla presentazione della donazione è intervenuto anche l’assessore alla cultura del Comune di Belluno, Raffaele Addamiano, che ha sottolineato «il senso di gratitudine per questo gesto. La Biblioteca Civica viene arricchita di documenti importanti, che ora diventano un bene della comunità; il ruolo della Biblioteca è quello di custodire, preservare e tramandare la memoria, ed è il modo per ricambiare l’amore per la montagna di questa grande figura bolognese, ma bellunese e cadorina d’adozione. In queste opere si trova di tutto: la natura, la politica, la sociologia, la chimica. Non possiamo quindi che essere felici e soddisfatti per questa donazione».