Scatole come canzoni: la musica è rifugio, arte, emozione

Scatole come canzoni: la musica è rifugio, arte, emozione

 

Uno sguardo verso il futuro, con la cantante Jessica Da Re. E attraverso “Scatole”, brano dei Pinguini tattici nucleari

 

Le canzoni sono in fondo solo scatole dove ognuno si rifugia quando fuori piove… 

Che bel rifugio, se così fosse, lasciamo che piova!

Crescere vuol dire anche decidere con consapevolezza, ma spesso ci viene chiesto di farlo quando abbiamo 13 anni. In quel momento sembra che non si possa sbagliare, che dalla nostra scelta dipenderà la nostra vita. 

In realtà, la domanda: “Cosa farai da grande?” Ci viene posta addirittura quando siamo piccoli e spesso siamo noi stessi che, proiettandoci nel mondo degli adulti, diciamo: “Da grande farò il meccanico, il camionista, il musicista, il pittore ecc.”. 

Poi arriva realmente il momento di decidere, chi più chi meno entra in confusione e all’improvviso vorrebbero fare ed essere tutto e tutti e al contempo nessuno. Gioca un ruolo importante chi ci sta vicino; le aspettative che i nostri genitori hanno su di noi spesso sono l’ago della bilancia tra una scelta e l’altra. Capita sovente che i genitori proiettino sui figli ciò che loro stesso non sono riusciti a essere o fare. 

Le cose diventano complesse se diciamo con convinzione che vogliamo occuparci di arte, fare l’attore, l’artista, il musicista.

Davanti a quelle parole trema la casa, perché non vi è mondo più incerto di quello, dal punto di vista economico. E professionalmente meno riconosciuto. 

È difficile capire che non si tratta di un passatempo, ma di un vero lavoro ed è ancora più arduo, comprendere che è la strada scelta per essere felici e appagare lo spirito. In fondo, bisogna ammettere che torto non ne hanno. Anni di studio, ore e ore al giorno, tanti tentativi, campanelli suonati, progetti posticipati, lavori saltuari giusto per poter investire comunque e sempre nel proprio sogno. Tanta improvvisazione e spirito d’imprenditorialità per tenere uniti i fili dell’esistenza. 

Questa la vita d’artista, quello che va controcorrente. Poi arriva il giorno in cui, perlomeno sulla teca, viene posto un diploma, di conservatorio o accademia. Quel giorno vorremmo dimostrare che ce l’abbiamo fatta, ma sappiamo bene che si tratta solo di un foglio di carta in una teca come tanti altri e che la differenza sta nel percorso che abbiamo seguito per realizzare il nostro sogno. 

La differenza sta nelle emozioni che abbiamo cercato e suscitato, nei ragionamenti che abbiamo seguito e a volte inventato. E se tutto questo può essere visto come un’amara consolazione, sappiamo invece bene che, per chi quella strada la percorre, è il vero motore.

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