Safilo, parla l’azienda: «Lo stabilimento di Longarone non è strategico»

Safilo, parla l’azienda: «Lo stabilimento di Longarone non è strategico»

Cresce l’ansia attorno allo stabilimento Safilo di Longarone. Lo spettro della chiusura comincia ad assumere contorni decisamente macroscopici. Perché c’è una certezza in più: il sito produttivo bellunese non interessa, all’azienda non serve.

Safilo l’ha detto chiaro e tondo ieri (22 febbraio) al tavolo tecnico convocato dalla Regione Veneto, presente l’amministratore delegato Angelo Trocchia. Di fatto ha confermato quello che già tutti immaginavano, ma non avevano il coraggio di delineare compiutamente. 

«L’azienda ha drammaticamente confermato la non strategicità del sito di Longarone» spiegano i sindacati (Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil). «L’ advisor aziendale ha dichiarato la concreta probabilità dell’acquisizione del sito da parte di importanti player del settore dell’occhialeria. In ogni caso, la posizione aziendale non è accettabile anche a fronte degli impegni presi al Ministero dello Sviluppo nel 2019. Si ritiene altresì che ogni possibile operazione industriale non possa prescindere dal mantenimento del numero attuale dei dipendenti e dalla salvaguardia delle loro professionalità».

All’orizzonte, quindi, ci sarebbe l’acquisto da parte di altre occhialerie, interessate alle produzioni tipiche del sito di Longarone, in particolare la galvanica. Ma la paura per i 470 posti di lavoro rimane intatta, non scalfita da nessun rumor di acquisizione.

«L’obiettivo per noi è la continuità produttiva dello stabilimento di Longarone e la salvaguardia di tutti i lavoratori» il commento dell’assessora regionale al lavoro, Elena Donazzan. «La forza del settore dell’occhialeria è nota in Italia e nel mondo. La leva è il capitale umano ed è per questo che riteniamo che tra le cose che vanno messe in evidenza c’è la salvaguardia dei lavoratori».

Le parti hanno concordato di fissare il prossimo incontro di approfondimento tra due settimane e il tavolo avrà come focus Longarone. 

«Abbiamo chiesto all’azienda di rafforzare le relazioni con il sindacato rispetto all’andamento dei vari siti aziendali e un ulteriore approfondimento sul sito di Longarone» conclude Donazzan.

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