«Restano qui 13 minori ucraini con le famiglie. Amareggiato dalle accuse»

«Restano qui 13 minori ucraini con le famiglie. Amareggiato dalle accuse»

«Ventisette civili ucraini resteranno a Belluno. Dopo settimane di lavoro, possiamo dire con certezza di aver trovato gli alloggi e di averlo fatto al di fuori dei tavoli di confronto. Rinnoviamo però l’appello: servono altre strutture per offrire la possibilità anche ad altri, già presenti sul nostro territorio, di fermarsi e per rispondere, in futuro, alle nuove richieste». Sono le parole del sindaco Oscar De Pellegrin, a margine della giunta nella quale si è deliberata una soluzione per un primo gruppo di civili ucraini, ospitati all’ex caserma dei Vigili del fuoco di Mussoi. 

Per le famiglie che hanno espresso la volontà di restare ai piedi delle Dolomiti, il Comune metterà a disposizione degli appartamenti. Saranno necessari interventi negli spazi interni, in alcuni casi manutenzioni e adattamenti anche ingenti con importanti investimenti economici. Nel frattempo si stanno valutando altre soluzioni proposte in questi giorni. E verrà data continuità all’ospitalità per 13 minorenni e le loro famiglie.  

«Abbiamo aspettato di avere tutti i dati in mano e la certezza che si trattasse di soluzioni percorribili, prima di fare annunci – spiega il sindaco -, ci abbiamo lavorato per settimane, ne abbiamo parlato per mesi nei tavoli convocati dalla Prefettura dove, tuttavia, nonostante le nostre esplicite richieste e quelle del prefetto, non sono state avanzate proposte concrete. Di conseguenza, ci siamo rivolti alla Regione con la quale abbiamo avviato un dialogo per valutare nuove possibili strade da percorrere. Adesso tutti si sorprendono e puntano il dito, ma noi abbiamo chiesto confronti e soluzioni per mesi». 

De Pellegrin non nasconde il suo rammarico: «Dispiace che si sia sollevato un polverone attorno alla questione, come dispiacciono le accuse e i facili commenti. Sarebbe stato più opportuno avanzare soluzioni e dare davvero un contributo all’emergenza, piuttosto che stupirsi. L’ospitalità e l’inclusione sono valori che a nostro parere riguardano tutti, per questo ci sarebbe piaciuto vedere una maggiore disponibilità a cooperare. I problemi sociali che stiamo affrontando e che dovremo affrontare in futuro, richiedono una risposta coesa e ampia, frutto di un’assunzione di responsabilità da parte di tutti. Di contro abbiamo apprezzato e siamo fortemente grati alle decine di volontari che in questi mesi si sono spesi all’interno della struttura, attraverso il coordinamento della nostra Protezione civile, dando veramente il senso dell’accoglienza. Senza di loro non sarebbe stato possibile assicurare questa risposta in termini di ospitalità». 

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