Botta e risposta, la Cisl non ci sta. Il sindacato replica alla Cgil sul tema degli aumenti in busta paga agli autisti Dolomitibus.
«C’è la soddisfazione di aver portato a casa un primo significativo risultato per fermare l’emorragia di personale, per creare le condizioni perché rientri chi se n’è andato e per calendarizzare incontri serrati per affrontare tutti i nodi aziendali ancora da sciogliere a partire dagli orari di lavoro. Certo non si risolvono i problemi di anni di lassismo dall’oggi al domani, ma con la consapevolezza che una goccia al giorno crea un mare grande» dice Massimiliano Paglini, segretario Cisl Belluno-Treviso. «Vorremmo capire perché tanta acredine da parte di Cgil e Uil per un risultato importante, un accordo che tra l’altro è stato sottoscritto anche dall’Rsu della Filt Cgil che poi però definisce quello stesso accordo un ‘palliativo’ utile a comprare un caffè e una brioche. Se il malato grave non si inizia a curarlo a partire da alleviare i dolori con un’aspirina si rischia di farlo morire; e se muore non rimane nulla neppure a chi – come la Cisl – crede ancora che si possa salvare il trasporto pubblico locale proprio partendo da 6 euro in più al giorno per di più utili anche a maturare contributi pensionistici. Purtroppo i problemi di Dolomitibus sono solo la punta di un iceberg che rischia di travolgere tutti i servizi pubblici se non si creeranno condizioni di attrattività del territorio e di freno allo spopolamento. Noi pensiamo che i lavoratori di Dolomitibus con 6/8 euro al giorno anziché caffè e brioche potranno comprare un chilo di pane e aiutare la propria famiglia svolgendo un servizio indispensabile per anziani, studenti e lavoratori».