Sindacato spaccato sugli aumenti agli autisti dei bus. Per la Cgil è «curare un malato grave con l’aspirina»

Sindacato spaccato sugli aumenti agli autisti dei bus. Per la Cgil è «curare un malato grave con l’aspirina»

La Cgil non ci sta. Lo ha dimostrato con Safilo, schierandosi contro la decisione delle altre sigle sindacali. E lo ha confermato con il caso Dolomitibus: mentre la Cisl apprezza l’aumento per gli autisti in busta paga, la Cgil (e in questo caso anche la Uil) dicono che non basta.

«Da anni chiediamo di rivedere i turni e di alzare in maniera stabile gli stipendi, senza alcuna risposta. Qualcosa si è mosso, in grande urgenza (la convocazione aziendale ci è arrivata sabato mattina) ma solo perché era già stata proclamata un’azione di sciopero unitariamente e perché tutta la cittadinanza bellunese si è schierata dalla parte degli autisti e del servizio, decidendo di scendere in piazza sabato 21» sostengono Cgil e Uil in una nota. «La differenza l’ha fatta il coro di protesta che si è alzato arrivando fino alla Regione Veneto. Ci spiace che non tutte le organizzazioni sindacali abbiano colto il valore e l’importanza della protesta trasversale e realmente rappresentativa della provincia di Belluno».

Entrando nel merito dell’aumento agli autisti di Dolomitibus, Cgil e Uil dicono che «si tratta di una proposta aziendale che certo rappresenta un passo avanti nella discussione ma che da sola è assolutamente insufficiente. Voi curereste un malato grave con un’aspirina? Noi no. E allora costruire un incentivo economico limitato nel tempo legandolo alla presenza effettiva in servizio (non spetta durante le ferie, la malattia, non entra nella 13esima, nel tfr, nel conteggio straordinario) è solo un palliativo. Parliamo delle cifre: 6 euro lordi al giorno, netti diventano un caffè e brioche. Saranno attrattivi per convincere gli autisti a rimanere? Porteranno autisti in più, per una colazione al giorno? Con una colazione, a scadenza, torneranno le linee e i servizi tagliati?».

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