Quale autonomia? Il Pd Bellunese incontra il ministro Boccia

Quale autonomia? Il Pd Bellunese incontra il ministro Boccia

Autonomia sotto i riflettori. Ma quale autonomia? Domanda legittima al termine dell’incontro tra la segretaria del Pd Bellunese, Monica Lotto, e il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, Francesco Boccia.

 

«Nel momento in cui si comincia a concretizzare il percorso per l’applicazione dell’autonomia differenziata prevista dall’articolo 116 comma 3 della Costituzione, ho voluto sottolineare al ministro i rischi del centralismo regionale – fa sapere Monica Lotto al termine dell’incontro -. Da anni la Regione Veneto disattende il proprio Statuto e una propria legge (la 25/2014) che se applicati darebbero strumenti concreti al Bellunese e alla montagna per governarsi secondo le proprie peculiarità. Invece, nonostante un referendum popolare abbia ribadito la volontà dei bellunesi di autogovernarsi, tutti i provvedimenti presi dalla Regione Veneto tendono a sottrarre competenze e a depauperare il Bellunese e la montagna».

 

Il ministro Boccia – riferisce sempre Monica Lotto – ha spiegato come l’impostazione della riforma e della legge quadro sull’autonomia differenziata che la sostiene sia in realtà proprio rivolta «a superare gli squilibri tra i territori, tutti, perché non c’è solo un differenziale tra nord e sud, ma è crescente il divario tra aree densamente urbanizzate e zone interne, anche nelle regioni del nord. Diventa vitale in questo contesto definire principi e dotarsi di strumenti che garantiscano l’accesso ai servizi a tutti i cittadini».

 

«La debolezza del nostro territorio nel confronto con la Regione – commenta Monica Lotto – deriva anche dalla ridotta agibilità politica dell’amministrazione provinciale. Abbiamo quindi chiesto di rinnovare l’impegno per riportare l’elettività del consiglio provinciale. La riforma Delrio del 2014 (portata avanti e sbandierata dal Partito Democratico, ndr) ha lasciato il nostro territorio privo di una guida politica espressione diretta della volontà popolare e ha agevolato lo svuotamento di competenze, professionalità e risorse dell’amministrazione provinciale da parte della Regione».

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