«Nessuna corsa soppressa e orari concordati tra scuola e amministrazione comunale». Il sindaco di Santa Giustina Ivan Minella liquida le accuse della minoranza in tema di trasporto scolastico. E spegne sul nascere la polemica innescata dall’interrogazione di Moira Fiorot («Trasporto scolastico non garantito»: Moira Fiorot interroga).
La querelle era ruotata attorno ai pulmini che effettuano il servizio per l’istituto Rodari, dove quest’anno è in vigore il nuovo orario, con possibilità di settimana corta a fronte di due rientri pomeridiani.
«Nessuna corsa è stata soppressa, ma ne sono state aggiunte due, per consentire i rientri del lunedì e mercoledì pomeriggio agli alunni delle classi prime che hanno scelto il nuovo orario – spiega il sindaco di Santa Giustina -. A nessun alunno manca il trasporto scolastico. E il nuovo orario scelto dalle famiglie e adottato dall’istituto Rodari è stato verificato e concordato tra scuola e amministrazione comunale, anche in presenza della ditta appaltatrice. Mi stupiscono quindi le polemiche della minoranza».
Il sindaco risponde anche alla questione dei 40 minuti settimanali “persi” per l’incastro di orario scolastico e trasporto. «Eventuali minuti in meno rispetto al monte ore settimanale possono venir recuperati anche con uscite sul territorio in orario extrascolastico o in uscite didattiche, Covid permettendo – chiarisce Minella -. Negli anni scolastici precedenti gli alunni avevano un eccesso di 10 minuti la settimana sempre per motivi di trasporto: per motivi di trasporto la scuola può modificare l’orario di entrata e uscita per pochi minuti. Ritengo utile anche precisare che i ragazzi in questione non sarebbero stati lasciati semplicemente in attesa del pulmino. All’inizio di questo impegnativo iter che amministrazione, scuola e consiglio di istituto hanno percorso assieme, ci siamo resi disponibili a collaborare con la scuola per la realizzazione di laboratori o per l’aiuto ai ragazzi qualora avessero preferito, nell’attesa, fare i compiti; a tale proposta è stato risposto di no».
