«Bisogna rilanciare la filiera del legname in provincia di Belluno, ricostruendo quella rete di imprese e di segherie che esistevano fino al secolo scorso. E bisogna farlo per evitare altre speculazioni». È l’idea di Dario Bond, che raccoglie l’allarme della Confartigianato Belluno e delle associazioni di categoria relativo all’aumento dei prezzi delle materie prime. Il legno su tutte, con rincari fino al 25% in poche settimane.
«La ripartenza post Covid è frenata da un aumento spropositato dei prezzi. Sembra impossibile, ma anche il legno ha subito crescite enormi, con costi superiori del 25% rispetto a pochi mesi fa. Anche in provincia di Belluno, dove boschi e foreste di certo non mancano e dove dovrebbe esserci grande disponibilità di legname dopo Vaia» spiega Bond. «In realtà, la tempesta del 2018 ha mostrato la fragilità della filiera del legno, che è stata punto di forza della montagna bellunese per secoli e negli ultimi decenni è un po’ venuta meno. C’è la necessità di ricostruirla, così da prevenire future speculazioni sugli aumenti dei costi. Si può pensare a una filiera chiusa, che valorizza il bene forestale dal legno di pregio, per mobili e costruzioni, fino agli scarti che possono diventare cippato per piccole centrali a biomassa nei Comuni di montagna. Tra l’altro, valorizzare le foreste, significa anche curare il territorio in chiave turistica oltre che creare lavoro».