Potenziato il centro ittiogenico di Tomo, “sforna” fino a 800mila trote all’anno

Potenziato il centro ittiogenico di Tomo, “sforna” fino a 800mila trote all’anno

Una struttura rinnovata, più funzionale e accogliente. E nel prossimo futuro, opere di presa più efficienti e un laghetto con funzioni didattiche. È la nuova vita del centro ittiogenico di Tomo (Feltre), specializzato nella selezione e produzione di trote marmorate “ceppo Piave”, la specie autoctona dei corsi d’acqua bellunesi. Ne “sforna” fino a 800mila avannotti all’anno: di fatto è il primo centro per il ripopolamento dei corsi d’acqua danneggiati da Vaia.

La Provincia di Belluno, grazie a una sinergia ampia – che vede il cofinanziamento del Fondo Comuni confinanti, di Veneto Acque e della Regione Veneto – ha messo in campo un vasto programma di interventi, con l’obiettivo di riqualificare e potenziare la struttura (che lavora in sistema con l’altro centro ittiogenico provinciale, quello di Bolzano Bellunese). 

Il primo lotto del valore di 200mila euro, ha interessato soprattutto l’edificio che contiene l’incubatoio: è stata rifatta ex novo la copertura della parte più vecchia che risultava molto deteriorata soprattutto nelle parti in legno; è stato sistemato il tetto del fabbricato più recente; è stato cambiato completamente il sistema di illuminazione, con lampade a basso consumo energetico. Inoltre, sono stati effettuati lavori di consolidamento al muro perimetrale.

Il secondo lotto, di prossima partenza, ha un valore di circa 600mila euro e prevede il miglioramento delle captazioni dal torrente Aurich, per aumentare il livello di purezza dell’acqua che alimenta l’impianto. Sarà realizzato anche un laghetto a scopo didattico. 

«Questo impianto ittiogenico, come quello di Bolzano Bellunese, è fondamentale per la tutela e la valorizzazione dei nostri corpi idrici, perché consente la selezione e la riproduzione della trota autoctona dei nostri fiumi e torrenti. È per questo che con una sinergia tra Provincia, Fcc e Regione è stato messo in campo un corposo investimento» commenta il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, intervenuto oggi alla cerimonia di presentazione con la stampa, insieme ai progettisti, alla sindaca di Feltre, al presidente del comitato paritetico Fcc Dario Bond, al presidente di Veneto Acqua Gianvittore Vaccari, e alla rappresentanza dei bacini di pesca. «Grazie a una convenzione con Veneto Acque verrà incrementata la produzione di pesce per ripopolare i corsi d’acqua che hanno subito maggiori danni dalla tempesta Vaia. L’equilibrio della gestione ambientale non può prescindere dal lavoro di queste strutture e dall’impegno dei bacini di pesca, a cui va un grande ringraziamento. Proprio per consentire i lavori a Tomo, i bacini 4 e 6 si sono fatti carico di ospitare il pesce in un impianto a Pieve di Cadore. È un esempio del gioco di squadra che tanto bene fa al nostro territorio». 

«Sul centro ittiogenico di Tomo, dove lavorano per la tutela e lo sviluppo della popolazione ittica del Bellunese tecnici e volontari, è stato facile trovare ampia sinergia tra enti e istituzioni. E il Fondo Comuni confinanti ha dato una spinta forte. Del resto, è proprio questo l’obiettivo del Fondo: dare strumenti concreti per la crescita dei territori anche in attività di nicchia ma fondamentali per l’ambiente come in questo caso» il commento di Dario Bond, presidente del Comitato paritetico Fcc. «Ma non è finita qui: intendiamo investire ancora, trovando collaborazione con il Primiero e le sue strutture di produzione ittica, per moltiplicare le risorse a disposizione ed estendere gli effetti positivi sui territori». 

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