Duro affondo della Cgil: «Qualcuno accelera sulla pelle dei lavoratori»

Duro affondo della Cgil: «Qualcuno accelera sulla pelle dei lavoratori»

Confindustria spinge per la produttività. Confartigianato chiede la riapertura delle aziende di montagna, fatte salve le norme di sicurezza sanitaria. Tutti dicono che si sta rischiando lo shock economico. La Cgil invece rimane dura e pura: chiusura a oltranza. Non senza qualche frecciatina a Palazzo Doglioni Dalmas e al suo direttore, Andrea Ferrazzi, reo di aver criticato pochi giorni fa l’oltranzismo del sindacato.

«Il primo ministro Conte fa sapere che le misure restrittive sono prorogate fino a maggio, perché l’analisi del comitato scientifico a cui si collega il governo ha analizzato come il blocco delle attività e delle limitazioni nella vita quotidiana stanno producendo una riduzione della fase di contagio – premette Mauro De Carli, segretario della Cgil di Belluno -. Siamo nella fase di stasi, in cui la curva del numero dei contagiati, degenti e decessi sembra essere al picco. Allo stesso tempo l’Istituto Superiore di Sanità ci segnala che è deleterio abbassare la guardia, cadere nella tentazione di riprendere la vita quotidiana normale. Se ora si commettono degli errori si rischia di ritornare velocemente verso una decisa ripresa del contagio. Oltre che un danno alla salute dei cittadini, sarebbe un danno per il mondo dell’economia che attende il momento reale di una ripresa produttiva  certa».

Perché questa lunga premessa? Per dire che è da irresponsabili pensare di riaprire le aziende che sono state fermate con gli ultimi Dpcm. «Se le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità sono molto serie e chiare, e sono facilmente applicabili alla gente comune che infatti è chiusa in casa ed è fortemente limitata nello svolgere azioni quotidiane fuori dell’uscio, scopriamo invece che in questa ultima settimana il traffico verso i luoghi di lavoro “formalmente chiusi” è notevolmente aumentato. E aumenterà del tutto la prossima settimana dopo Pasqua – continua De Carli -. Quasi tutte le attività si stanno rincorrendo, suffragate dagli indirizzi della loro associazione di riferimento, per presentare deroghe alle restrizioni, e differentemente dalle competenze del sottoscritto, si scoprono  virologi e immunologi nel credere o sperare che l’emergenza del contagio sia del tutto finita. Francamente questo me lo auguro anch’io, ma purtroppo è solo un augurio e non una certezza». 

La Cgil affonda il colpo. «Di sicuro si sta rischiando – dice De Carli -. Si dichiara che verranno seguite tutte le metodologie di sicurezza interne alle aziende, che già con sacrificio e scioperi  abbiamo imposto qualche settimana fa, ma ci permane il dubbio che sia avventata questa accelerata alla competizione produttiva. In tempi migliori, avremmo chiesto al governo di essere più chiaro, di far rispettare maggiormente il principio cardine dei suoi provvedimenti, quello della restrizione per tutti nello svolgere le varie attività e faccende quotidiane. Ma probabilmente le pressioni dei poteri forti si stanno dimostrando più efficaci delle preoccupazioni del sindacato».

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