Piscina comunale: il futuro è un punto di domanda

Piscina comunale: il futuro è un punto di domanda

Un nodo ancora da sciogliere: che fine farà l’impianto natatorio di Tambre?

Dopo un confronto della nuova amministrazione con la dirigente dell’Ulss 1 Dolomiti, Maria Grazia Carraro, è stata esclusa la soluzione di riconvertire l’impianto per la riabilitazione sportivo-funzionale in acqua. «Secondo la programmazione sanitaria regionale, infatti, il riferimento per la riabilitazione a livello provinciale è Lamon – spiega la sindaca di Tambre Sara Bona al termine dell’incontro con Carraro – Per questo, finanziamenti ed interventi si concentrano su tale struttura. Inoltre, il numero di pazienti cui viene prescritta la riabilitazione in acqua è esiguo e potrebbe contribuire solo in minima parte all’eventuale sostenibilità dell’impianto natatorio. Altro punto limitante è l’attuale difficoltà a reperire le figure professionali necessarie per strutturare l’attività in acqua secondo gli standard previsti».

Nel confronto, è stata considerata anche la riconversione della struttura in una palestra, da dedicare ad attività per pazienti con patologie come il diabete o malattie cardiovascolari. Anche questa, bocciata. «In questo senso – continua la sindaca – l’amministrazione si muove già, sfruttando gli spazi della scuola, in collaborazione con associazioni come l’Assi Onlus».

In parallelo, l’amministrazione continua il confronto con una società esperta nella gestione di impianti natatori, con la quale aveva allacciato i primi rapporti ad agosto di quest’anno.

Ma ora la situazione si complica: di fronte all’impennata dei costi dovuta al caro energia, ora le riflessioni si concentrano sulla necessità di abbattere il più possibile le spese termiche ed elettriche. Unica soluzione a breve termine per evitare la chiusura dell’impianto.

«Abbiamo deciso di svolgere un’analisi energetica complessiva della struttura per andare a individuare e quantificare i possibili interventi per contenere le spese, sebbene grazie a quanto realizzato dalle amministrazioni di Oscar Facchin i costi per il riscaldamento siano già stati abbattuti con l’impianto a cippato. Questa analisi – ha concluso Bona – potrebbe essere funzionale anche a valutare la partecipazione ai bandi per il finanziamento di interventi di riqualificazione, come quelli che vengono attualmente emanati dal ministero dello sviluppo economico, proprio per far fronte agli aumenti. L’amministrazione è convinta della necessità di rimettere a valore questa struttura comunale prima che la prolungata chiusura possa comprometterne la funzionalità».

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