Pari opportunità, salta il regolamento condiviso. Le minoranze: «Mossa da campagna elettorale»

Pari opportunità, salta il regolamento condiviso. Le minoranze: «Mossa da campagna elettorale»

Tutto saltato, ad un metro dal traguardo. La commissione Pari opportunità del Comune di Belluno si ferma: nessun regolamento condiviso, per ora. Tutto andrà in mano alla 3° commissione, guidata da Giorgio Mongillo. Sconcertati e amareggiati i consiglieri di minoranza Raffaele Addamiano (Obiettivo Belluno – Fd’I), Marzio Sovilla (Lega) e Francesco Pingitore (Patto Belluno Dolomiti), che assieme alle due consigliere di maggioranza Tiziana Savasta e Valentina Melis avevano il compito di stilare il regolamento condiviso. «Dopo cinque riunioni e un clima propositivo – spiegano – venerdì Melis e Savasta ci hanno comunicato che c’erano posizioni troppo distanti tra di noi. Eppure l’oggetto del contendere è un articolo che nelle due versioni è molto simile, senza differenze sostanziali».

Precisamente l’articolo 2, relativo alle finalità del regolamento. La versione proposta dai consiglieri di minoranza recita: «Favorire processi educativi e culturali diretti a riconoscere tutte le diversità, che vanno tenute in debita considerazione al precipuo fine di valorizzare la persona umana in tutte le sue inclinazioni e nell’assoluto rispetto della sua dignità». Questo invece l’articolo 2 così come proposto da Melis e Savasta: «Favorisce processi educativi di diffusione di una cultura che valorizzi e riconosca le differenze quale strumento imprescindibile per la propagazione del rispetto della diversità e leva di incontro con l’alterità».

«Non ci sembrano differenze insormontabili – continuano gli esponenti di minoranza – . Noi, con assoluta onestà intellettuale – continuano i tre esponenti di minoranza – e buona fede ci siamo sforzati di redigere un testo che contemperasse l’impatto ideologico. Abbiamo chiesto di non interrompere il dialogo: in fin dei conti anche la Costituzione è nata da anime diverse. Ma non vorremmo che fossero già iniziate le manovre da campagna elettorale».

Ai posteri l’ardua sentenza. Intanto, come fa notare Paolo Luciani, coordinatore uscente dei giovani della Lega, «Belluno, il capoluogo di provincia, ha perso un’occasione, se calcoliamo che la commissione pari opportunità, nel Bellunese, l’hanno istituita solamente Feltre e Ponte nelle Alpi».

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