Padrin: «Vietato abbassare la guardia, serve un ultimo sforzo»

Padrin: «Vietato abbassare la guardia, serve un ultimo sforzo»

Siamo ancora in emergenza, ma intravvediamo la fine dell’incubo. Dopo un anno, la stanchezza e lo sconforto minano dal profondo le capacità di resistenza a cui siamo stati sottoposti. Lutti pesanti, soprattutto nella seconda ondata. Aziende allo stremo. Crisi acuite dalla pandemia. Ma è proprio questo il momento in cui è vietato abbassare la guardia o mollare. L’ultimo sforzo è quello più difficile, ma anche quello che si conclude con l’urlo liberatorio, sulla linea del traguardo. Lo dobbiamo fare per i medici e il personale sanitario, che lavorano per noi incessantemente da più di un anno in condizioni spesso critiche. Lo dobbiamo fare perché dal 27 dicembre, dall’arrivo del vaccino, davvero vediamo più vicina la fine della pandemia.

In quest’anno abbiamo tenuto duro perché ognuno ha fatto la sua parte, pur tra mille criticità. La Provincia, da parte sua, ha messo in campo un piano straordinario per alleviare le situazioni di necessità e costruire le basi della ripartenza. Un piano che con l’aiuto del Fondo Comuni confinanti è arrivato a oltre 10 milioni di euro, investiti in progetti di sostegno alle imprese, di costruzione della telemedicina, di diffusione dei servizi sul territorio. Siamo pronti a dare una mano alla ripresa – che ci auguriamo possa essere poderosa e cominciare presto – forti di un rinnovato ruolo che l’ente, dopo gli anni difficili post-riforma Delrio, ha assunto nuovamente. La buriana anti-politica sembra affievolirsi e anche la percezione che i cittadini hanno della Provincia non è più negativa come un tempo, quando anche il nostro ente era finito nel tritacarne mediatico che dipingeva tutti i livelli di governo locale come centri di spreco e inutilità. Il cambio di passo è figlio di una nuova narrativa della politica, che stiamo cercando di portare avanti con una nuova sinergia insieme a Sondrio e Verbania, le altre province interamente montane. E siamo convinti che possa essere uno dei sistemi di dialogo con cui chiedere allo Stato strumenti adeguati al governo della montagna. Con ottimismo, oltre che con realismo. Quell’ottimismo con cui celebriamo la seconda Pasqua in pandemia, desiderosi di tornare alla normalità, alla quotidianità dei rapporti tra persone, agli affetti, al lavoro.

C’è un vecchio detto; sostiene che ogni peste, per quanto lunga sia, non dura mai più di un Natale e due Pasque. Voglio crederci.

Buona Pasqua

Roberto Padrin, presidente della Provincia di Belluno

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