L’Epifania tutte le feste si porta via. Ma intanto il Covid si è portato via il Natale e i bilanci delle località turistiche piangono. Possibile coprire i mancati incassi? Risposta negativa. Lo dicono i numeri dell’imposta di soggiorno, indicativi di quanto perde la montagna. Alberghi, ristoranti e impianti di risalita non devono far altro che moltiplicare i dati per capire quanto male è andato l’inverno fin qui (perché ogni imposta persa significa un pernotto – e quindi un turista – in meno).
Secondo le elaborazioni della Fondazione Think Tank Nordest, in Veneto la tassa di soggiorno sarebbe valsa 82 milioni di euro tra l’estate e le festività natalizie. Di questi, quasi 3 milioni 100mila euro sarebbero stati appannaggio del Bellunese. Il Covid, però, ha cancellato ferie, vacanze e spostamenti. Quindi zero euro durante il Natale. Per fortuna arrivano gli aiuti statali, per coprire almeno in parte i mancati incassi.
Ma quanto vale la tassa di soggiorno Comune per Comune? Il gettito previsto ante-Covid sarebbe stato di 1,6 milioni per Cortina, di 280mila euro per Livinallongo e 260mila euro per Auronzo. Sotto tutti gli altri: 140mila euro Falcade, 130mila euro Belluno, 120mila Rocca Pietore e 105mila Alleghe. Ma fanno i conti con il segno meno anche tutti gli altri Comuni che hanno adottato l’imposta di soggiorno. Il gettito previsto era di 75mila euro a San Vito e 80mila in Val di Zoldo, 60mila euro per Selva, 50mila per Feltre, 30mila per Arsiè e Pieve di Cadore, 20mila per l’Alpago e 84.300 euro per tutti gli altri Comuni sommati. La speranza è che il 2021 archivi presto Covid e restrizioni.