«La mobilitazione del territorio dovrà essere generale, a tutti i livelli. Siamo pronti – se necessario – a farci sentire in tutte le sedi opportune: un simbolo del Made in Italy e dell’occhialeria come Luxottica va sostenuto nel suo sforzo di rinnovamento e non certo ostacolato. Serve buon senso: la burocrazia non può uccidere la montagna».
A dirlo è Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti, commentando la notizia del no della Sovrintendenza regionale alla costruzione di un ponte sul Cordevole che, nei piani della società, sarebbe finalizzato alla realizzazione di nuovi spazi nella storica area industriale di Agordo.
«Spero che ci sia stata una sottovalutazione – in questa prima fase – di quello che un “no” potrebbe comportare per l’equilibrio del territorio dal punto di vista socio-economico: in montagna più che altrove la logica stretta dei vincoli va bilanciata con responsabilità, lungimiranza e conoscenza specifica delle situazioni», rimarca Berton. «È importante che le istituzioni diano un segnale chiaro: le aziende che vogliono investire su questo territorio devono essere aiutate e sostenute, non frenate. Quello di Luxottica, peraltro, è solo l’ultimo caso: altre aziende hanno dovuto subire rigetti, ritardi e aggravi da parte di funzionari che sembrano totalmente disinteressati alle conseguenze economiche e sociali delle proprie decisioni. Come associazione, stiamo dalla parte di Luxottica e dell’intero Agordino, così come di tutte le aziende che vogliono investire e crescere nella nostra provincia. Il binomio “impresa e territorio” va preservato se vogliamo garantire uno sviluppo sostenibile non solo al bellunese ma all’intero sistema Paese, di cui Luxottica è asset fondamentale. Qui parliamo di futuro, serve trovare immediatamente una soluzione concreta».