Nebbia sul turismo estivo. Scettici gli albergatori: «Sarà dura»

Nebbia sul turismo estivo. Scettici gli albergatori: «Sarà dura»

Giugno è andato senza grandi sussulti. Luglio si preannuncia caldo, ma non sul fronte degli arrivi. Non resta che agosto. Ma per gli alberghi e il settore turistico è poco. «Troppo poco» dice Walter De Cassan, presidente di Federalberghi Belluno. Che si preannunci una stagione di magra, l’ennesima? A quanto pare, sì.

Eppure le proiezioni sembrerebbero buone. Per l’Istat 1 italiano su 2 viaggerà durante l’estate e il 63% di chi andrà in ferie sceglierà un periodo di almeno 10 giorni, lontano dalla regione d’origine. Ottime notizie per la montagna, soprattutto se sommate all’indagine Demoskopica, secondo cui gli stranieri torneranno a frequentare l’Italia e il 15% di loro sceglierà la montagna. Bene per le Dolomiti?

«Sinceramente sono scettico e perplesso» dice De Cassan. Il motivo? Semplice: i dati in termini di prenotazioni non collimano con le statistiche.

«Non siamo sicuramente sui livelli previsti da Istat e Demoskopica. Non per il momento, almeno. Anche perché mi pare di capire che dopo un 2020 di turismo di prossimità, quest’anno gli italiani sceglieranno il mare. La montagna potrebbe lavorare solo ad agosto, ma un mese è poco, soprattutto dopo anni in cui spingevamo per allungare la stagione da aprile a ottobre».

Quanto agli stranieri, anche qui il tasto è dolente. Perché il Covid ha fermato i viaggi internazionali e la nuova zona bianca non significa immediato ritorno alla normalità. Anzi. «C’è la variante Delta a spaventare – conferma De Cassan -. Intanto ci siamo giocati gli inglesi, che da noi costituiscono una buona fetta del turismo estero. Gli americani sono fermi, per non parlare degli asiatici. Vedo fermo anche l’est Europa, che negli ultimi anni era in notevole crescita. Insomma, non voglio eccedere in pessimismo, ma la vedo dura. Per recuperare i numeri pre-Covid ci vorranno almeno due anni. E sperare che il meteo ci dia una mano…».

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