Come vive, una mamma bellunese, questo particolare momento scandito dal Coronavirus? Ce lo racconta Sara, attraverso una lettera-riflessione. E ce lo racconta pure il figlio Tommaso, con un disegno, il pollice alto e due occhi colmi di gioia e fiducia.
Come mamma sono impaurita. Forse all’inizio abbiamo tutti sottovalutato il problema, pensando solo a come gestire i bimbi a casa da scuola. E credendo fosse un’influenza come tante.
Penso a quelle mamme che, come me, lavorano da casa. dove concentrarsi è praticamente impossibile con bimbi che corrono e saltano.
Bimbi che, segregati in casa, si stufano brevemente dei giochi proposti, fanno domande sulla malattia. Ma risposte certe non ce ne sono. E allora si cerca di far vivere il tutto come una favola a lieto fine.
Penso alle mamme che comunque continuano a lavorare nelle fabbriche, nei supermercati, nelle farmacie e in tutti gli esercizi aperti. Mamme che impazziscono per cercare un posto tranquillo e sicuro dove lasciare i figli.
Penso alle mamme che lavorano in ospedale, che fanno turni massacranti con il rischio del contagio. E i loro bimbi non li vedono quasi mai.
Tutte, nel nostro piccolo, cerchiamo di essere gocce in questo mare che ci ha sconvolto.
E a tutte queste gocce va il mio grazie.
Grazie, a chi può, di restare a casa.
Grazie a chi, come me, è sicuro che andrà tutto bene.