Fuoco sulle montagne, luce sull’autogoverno della provincia. Sono stati ben 47 i fuochi dell’autonomia “ufficiali” accesi sabato sera: «Un grande risultato, viste le tante difficoltà legate all’emergenza sanitaria e alla neve in quota», sottolineano gli organizzatori del movimento Belluno autonoma regione Dolomiti.
Un numero in linea con quello degli scorsi anni (49 nel 2018, 51 nel 2019), al quale come da tradizione si sono aggiunti i tanti non ufficiali accesi sui terrazzi e balconi delle abitazioni da parte dei sostenitori della battaglia autonomistica bellunese.
Quest’anno, viste le restrizioni in materia di assembramenti, si sono evitati i tradizionali grandi falò, che comportano la presenza di numerose persone, a favore di piccoli fuochi e fiaccole.
«Da quelli accesi davanti ai municipi, come a Falcade, Borca o San Vito di Cadore, fino a quelli a illuminare i luoghi simbolo della difesa del territorio, come il Codivilla di Cortina o le rive del Piave: è l’intera provincia, da San Nicolò Comelico a Feltre, da Canale d’Agordo a Borgo Valbelluna, a essere stata illuminata anche questa volta dai fuochi dell’autonomia – spiegano dal Bard -. Una risposta che non ci saremmo aspettati, viste le difficoltà e i timori legati all’attuale emergenza Covid e alle restrizioni. Ma è un segnale decisamente importante che ci dimostra come, anche nella difficoltà, ci siano valori, come la democrazia, la rappresentanza e il rispetto, a cui la nostra gente non intende rinunciare».