Lotta al bostrico: in Val Visdende test promettenti con nuovi repellenti

Lotta al bostrico: in Val Visdende test promettenti con nuovi repellenti

La battaglia al bostrico compie un nuovo passo avanti in Comelico. Nei giorni scorsi, la Val Carnia, nel cuore della Val Visdende, ha ospitato una sessione sperimentale sul campo per testare nuove strategie di difesa contro il coleottero che da anni minaccia i boschi dell’arco alpino.

L’iniziativa, organizzata con il coordinamento della Regione Veneto e il coinvolgimento dell’Università di Padova, ha previsto una prima parte teorica in aula, seguita da una dimostrazione pratica in bosco. Protagonista della sperimentazione è stato il verbenone, un composto impiegato come repellente per il bostrico, in particolare a protezione di piante monumentali ad alto valore ambientale e paesaggistico. In un’altra area sono state inoltre installate sei cataste di piante-esca, innescate con feromoni per attrarre gli insetti: due lasciate senza trattamento, due trattate con un concime e due con un prodotto fitosanitario sperimentale in attesa di autorizzazione per uso emergenziale. Le analisi condotte sui campioni hanno mostrato risultati incoraggianti: i prodotti applicati hanno dimostrato un’efficacia promettente nel contenimento del parassita.

«Una nuova frontiera della ricerca, fondamentale per difendere il patrimonio forestale veneto, e bellunese in particolare», ha sottolineato Dario Bond, presidente del Fondo Comuni Confinanti, presente alla giornata di studio. «Vaia prima, il bostrico poi, hanno messo in ginocchio intere vallate. Queste prove, avviate già nel 2023 in aree pilota come Livinallongo, Val Visdende e Asiago, dimostrano che il gioco di squadra tra istituzioni, enti scientifici e operatori può fare la differenza». Il progetto è stato reso possibile anche grazie a un emendamento voluto dal senatore Luca De Carlo e approvato dal Ministero dell’Agricoltura, che ha stanziato fondi per attivare la sperimentazione nelle regioni del Nord, comprese quelle a statuto speciale.

Il lavoro sul campo è stato affidato a un’équipe altamente specializzata formata dall’Unità Organizzativa Fitosanitaria della Regione Veneto, dal Dipartimento DAFNAE dell’Università di Padova, da una multinazionale del settore agrofarmaceutico e da un centro prove esterno autorizzato. Fondamentale anche l’apporto del dottor Valerio Finozzi, ispettore fitosanitario regionale, impegnato nella gestione operativa delle attività.

© Copyright – I testi pubblicati dalla redazione su newsinquota.it, ove non indicato diversamente, sono di proprietà della redazione del giornale e non è consentita in alcun modo la ripubblicazione e ridistribuzione se non autorizzata dal Direttore Responsabile.

TAG
CONDIVIDI
Articoli correlati
© 2023 NIQ Multimedia s.r.l.s. – C.F. e P.IVA: 01233140258
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Belluno n. 4/2019
Web Agency: A3 Soluzioni Informatiche
Made by: Larin
News In Quota
Torna in alto