Questa mattina (20 giugno) le ruspe entreranno in azione ai piedi delle Tofane, abbattendo l’edifico di proprietà della famiglia Curtolo. Lì in località Apollonio, dovrebbe sorgere la stazione di partenza della cabinovia Apollonio – Socrepes, una delle opere più importanti e discusse dell’intero dossier olimpico di Milano – Cortina 2026. Si tratta di un impianto strategico, punta di diamante di tutta la narrazione sostenibile che ha caratterizzato l’avvicinarsi dell’evento. Dovrebbe (il condizionale è d’obbligo, vedremo presto perché) portare il pubblico dal centro di Cortina agli impianti di gara.
Dovrebbe, perché a meno di 8 mesi dall’accensione della fiaccola, della cabinovia non è stata posata neppure una pietra. Non solo: non c’è, al momento, neppure una ditta disposta a farlo, visto che anche la seconda gara d’appalto indetta da Società Infrastrutture Milano Cortina è andata deserta. Un bel problema, che Massimo Saldini, AD di Simico proverà a neutralizzare vestendo i panni del supercommissario straordinario. Ma non è detto che ce la faccia.
Nel frattempo però, come detto, si procede con gli espropri. Una modalità che ha mandato su tutte le furie il gruppo civico “Noi Bene Comune Cortina”, che denuncia la mancanza di alternative abitative per i proprietari (avvisati dell’esproprio solamente tre giorni fa) e solleva perplessità sulla trasparenza della procedura, rimarcando che l’esecuzione avviene ancor prima di avere la certezza sull’affidamento dei lavori. «A meno che – si domanda retoricamente la portavoce, Roberta De Zanna – non ci siano già degli accordi, la qual cosa susciterebbe ancor più seri interrogativi sul perché la gara di appalto si sia conclusa senza nessuna offerta. Era già tutto previsto? In ogni caso l’amministrazione comunale ha mancato ancora una volta nel tutelare i propri cittadini».
“Noi Bene Comune”, annunciando che i suo membri saranno presenti ad Apollonio questa mattina come segnale di vicinanza alla famiglia Curtolo, esprime inoltre preoccupazione per la sicurezza dei terreni su cui dovrebbe sorgere l’impianto, ricordando la recente frana di Cancia come monito: «Non si può sempre sfidare la natura confidando nella tecnologia. Prima o poi il conto arriva».
L’impianto di risalita ha però anche molti estimatori, che spingono al massimo perché l’opera venga realizzata. Nei giorni scorsi ad esprimere con decisione il proprio sostegno alla realizzazione della cabinovia, definendola «Strategica per il futuro della Regina delle Dolomiti» e «Parte integrante della visione olimpica di Milano–Cortina 2026» sono stati gli impiantisti cortinesi, per i quali l’Apollonio Socrepes è «Un’opera necessaria per modernizzare l’offerta e rispondere alle aspettative di una clientela attenta alla qualità, alla sostenibilità e all’accessibilità» permettendo di migliorare «L‘esperienza turistica invernale ed estiva, ridurre le code e valorizzare ulteriormente la ski area di Tofana».
Sulla stessa linea l’Associazione Albergatori di Cortina, che per voce della presidente Sandra Ruatti parla di «Una scelta lungimirante che migliorerà la viabilità, faciliterà l’accesso e contribuirà a ridurre il traffico, elemento critico tanto per i residenti quanto per gli ospiti». Ruatti evidenzia anche il valore simbolico dell’opera come eredità post-olimpica: «Un’infrastruttura all’altezza delle sfide del mercato globale, perfettamente integrata in un modello di sviluppo sostenibile».