L’ipotesi di un trasferimento aveva suscitato polemiche. Con tanto di cartelli affissi lungo le vie del centro. Ma il Centro riabilitativo di Lamon è salvo. Il trasferimento è solo temporaneo. I motivi sono stati spiegati ieri in conferenza stampa dalla direttrice generale dell’Ulss 1, Maria Grazia Carraro.
L’ospedale di Lamon è divenuto nel corso del tempo un punto di riferimento per i residenti e “attrattivo” per gli esterni nell’ambito delle attività riabilitative.
Poco più di un anno fa è stato aperto un cantiere per adeguare la struttura dal punto di vista sismico secondo le norme vigenti e per aumentare i posti letto da 50 a 70. I lavori erano partiti con la demolizione di una parte dell’edificio, e ora stanno proseguendo in modo invasivo nell’ala est e ovest della struttura.
A causa delle situazioni esterne che hanno condizionato tutti i principali settori pubblici, come la pandemia da covid e la situazione di emergenza nei paesi dell’Est Europa dovuta alla guerra, i lavori hanno subìto un ritardo non indifferente di 10 mesi. «Troppi per un ospedale così – commenta Maria Grazia Carraro, direttrice generale dell’Ulss 1 Dolomiti – Per permettere i lavori, lo spazio dedicato ai pazienti in fase riabilitativa è stato molto ridimensionato: abbiamo dovuto chiudere dei posti letto. Oggi siamo sulla trentina, rispetto ai cinquanta che avevamo in passato. Stiamo lavorando a ranghi veramente molto ridotti».
I lavori sono diventati invasivi e impattanti sull’attività sanitaria. «I pazienti sono costretti a stare con le tapparelle abbassate, per mantenere la tranquillità necessaria per la piena guarigione, una condizione tipica di contesti come questo. Fuori ci sono gli operai, dentro ci sono i pazienti».
Da qui la decisione, dopo varie analisi e confronti con gli operatori sanitari e l’amministrazione comunale di Lamon. Si è trovata una soluzione temporanea nell’ospedale di Feltre, dove sarà possibile accogliere solo l’area delle degenze. A Lamon rimarranno i servizi di uso quotidiano per i pazienti: il punto prelievi, la radiologia, i medici di medicina generale. Il resto verrà (temporaneamente, sottolineano) trasferito a Feltre.
L’obiettivo è comune, ci tiene a evidenziare il sindaco Loris Maccagnan: velocizzare i lavori e ripristinare il servizio di degenza entro il 2023.
Il Comune dovrà ricevere un importante co-finanziamento della Regione (un milione e mezzo di euro), ma la maggior parte delle spese è a carico dell’amministrazione comunale che attinge dal fondo per i Comuni di confine: si parla di una somma di 4 milioni di euro. Una cifra onerosa che «implica impegno e l’essere vigili su ciò che succede, sul rispetto dei programmi e sulle risorse recuperate», commenta il responsabile del centro, il dottor Massimo Ballotta.
L’intento comune, trasferendo una parte del servizio a Feltre, è quello di recuperare il ritardo che si è accumulato, permettendo il ripristino e il miglioramento delle attività riabilitative e aumentando al contempo le tipologie di servizi offerti.
A completamento dei lavori, garantiscono le autorità, si avrà un ospedale sicuro per l’adeguamento sismico e rinnovato dal punto di vista impiantistico, che garantirà una migliore gestione dei costi (tra le operazioni previste c’è anche il rifacimento degli infissi, per contenere le dispersioni). Oltre a ripristinare i 50 posti letto iniziali, verranno inoltre creati venti posti letto in più.
Una cosa è certa: il paese di Lamon vive di e con questo ospedale, e questa struttura ha bisogno di aiuto.