Locanda Ponte Serra, salvi piano terra e primo piano. I proprietari: «Ripartiremo»

Locanda Ponte Serra, salvi piano terra e primo piano. I proprietari: «Ripartiremo»

C’è voluta più di mezza giornata, ieri, per mettere in sicurezza la locanda Ponte Serra, a Lamon, devastata martedì scorso (8 novembre) da un furioso incendio. E solamente alle 14.15 la Sr50 del Passo Rolle, chiusa dalle prime luci dell’alba di martedì, è stata riaperta al traffico.

Il giorno dopo il grande incendio c’è rammarico, rabbia, ma anche lo spirito per ripartire, grazie alla grande ondata solidale messa in moto da un evento che ha colpito profondamente un’intera comunità. Davide Pante e Debora Riga, titolari della Locanda Ponte Serra, ieri sono potuti finalmente entrare nella struttura. Per recuperare prima di tutto gli effetti personali, e poi per farsi una prima idea dei danni.

«E’ un vero disastro – allarga le braccia Pante – ma purtroppo è andata così. La cosa davvero importante è che nessuno si sia fatto male. Certo è una brutta botta, perché la locanda stava andando bene e ci avevamo investito energie e soldi. Ma ripartiremo».

Il sopralluogo del giorno dopo ha però portato anche delle notizie positive. Non tutto è andato perduto, c’è qualcosa di concreto dal quale si potrà ripartire. «rispetto a quello che si temeva in un primo momento – continua l’ex assessore del Comune di Lamon – i danni sono un po’ minori. Il piano terra e il primo piano per fortuna sono stati salvati dalle fiamme. Certo, il tetto è completamente da rifare, così come l’ultimo piano, quello mansardato dal quale è partito l’incendio».

E c’è un’altra notizia positiva: la struttura muraria non sembra aver subìto danni irreparabili: «Così ci hanno detto i tecnici dei vigili del fuoco – conferma Pante – e questa è davvero una cosa buona, perché l’idea di dover abbattere tutto in un primo momento sembrava inevitabile. Invece, così, le prospettive cambiano. Ci vorrà del tempo, ma ripartiremo. Adesso c’è da capire come e in che tempi».

A proposito delle cause che hanno scatenato l’inferno, le prime indagini “a freddo” sembrano confermare ciò che è apparso chiaro fin dal primo momento, come spiega lo stesso Pante: «L’incendio è partito dalla mansarda. La cosa singolare è che lì c’è un solo cavo elettrico che alimenta l’illuminazione esterna a led. Evidentemente è bastato quello». Come sarebbe bastato qualche minuto prima, probabilmente, per evitare il disastro. «Questo è il rammarico più grande – rivela Pante –. Se il problema fosse capitato di giorno saremmo saliti con un estintore e avremmo spento il focolaio in tempo».

Davide e Debora, in ogni caso, ripartiranno. Anche grazie alla grande ondata di solidarietà che si è messa in moto: «E’ l’aspetto più bello di tutta la vicenda. Stiamo ricevendo decine di telefonate e messaggi, alle quali facciamo fatica a rispondere. Ringraziamo tutti, anche i miei colleghi dell’associazione turismo Lamon che hanno aperto una sottoscrizione. E’ bello sentire attorno l’affetto di tante persone».

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