Non è ancora detta l’ultima parola sul destino del liceo Lollino. Dopo l’annuncio della chiusura a fine anno dell’istituto di proprietà del seminario gregoriano, che ha colto genitori, insegnanti e studenti di sorpresa, l’assemblea plenaria di venerdì sera (22 febbraio) ha invece fatto segnare un nuovo capitolo. Eppure le parole del vicario generale della Diocesi, don Diego Bardin sembravano la pietra tombale su oltre 50 anni di storia: «La Diocesi – ha detto, papale papale Bardin – non ha più la forza di sostenere il Lollino». Anche perché la proposta lanciata da “Scuole per crescere”, rete di scuole cattoliche toscane che mirava a costituire una fondazione comprendente anche le scuole dell’infanzia del territorio, era di fatto naufragata, seppur nel più assoluto silenzio.
E invece, proprio “Scuole per crescere” è pronta a rilanciare. Ne dà notizia Massimo Moretti, portavoce dell’associazione “Amici del Lollino”, che per prima ha preso contatti con la realtà fondata da don Alberto Giussani. «La notizia della volontà di chiusura del Liceo Lollino ci ha riempito di estremo e amaro stupore, ma l’incontro di ieri ci fa essere ancora fiduciosi in una positiva risoluzione della questione – spiega in una nota – e sembra di capire che ci potrebbe essere spazio per una prosecuzione delle attività se la rete di “Scuole per crescere” decidesse di prendere in mano l’intera questione dalla Diocesi. Questa sarebbe una soluzione che garantirebbe una prospettiva per tutte le famiglie coinvolte, tanto quelle degli studenti già frequentanti quanto quelle che avevano formalizzato la loro iscrizione all’anno scolastico 2025/2026».
Dall’associazione “Amici del Lollino” si evidenzia come da tempo fosse chiaro che tutte le condizioni richieste dalla Diocesi per avviare la collaborazione con l’associazione “Scuole per crescere” potessero essere garantite; «Noi come molte persone ed enti ci siamo mossi attivamente per sostenere il Liceo Lollino e la sua permanenza in città. È stato un lavoro complesso, ma siamo pronti ad impegnarci ancora in prima persona se questo servisse a scongiurare lo spettro della chiusura di un istituto dall’importantissimo valore storico, culturale e valoriale per la città e per la provincia. La disponibilità di “Scuole per crescere” a soluzioni che sollevino la Diocesi da oneri economici e gestionali non solo non è venuta meno, ma è stata ribadita ed ampliata».
Una posizione concreta, quella espressa da “Scuole per crescere”, che sembra aver convinto la diocesi a fare un passo indietro e tornare sulle sue decisioni. Ma c’è una scadenza, fissata dal vicario: «La proposta deve essere formalizzata entro il 31 marzo». E deve prevedere «La completa responsabilità gestionale ed economica di qualcun altro». La diocesi, insomma, si tira fuori.