L’ex asilo Cairoli ha aperto le porte: primo pranzo per i 42 profughi ucraini

L’ex asilo Cairoli ha aperto le porte: primo pranzo per i 42 profughi ucraini

Primo pranzo all’ex asilo Cairoli, ieri, per i 42 civili ucraini che resteranno a Belluno. Il gruppo ospitato da marzo all’ex caserma dei Vigili del fuoco di Mussoi è stato trasferito nella struttura di via del Piave dove, nei giorni scorsi, gli operai comunali sono intervenuti per adattare gli spazi e renderli idonei all’accoglienza di nuclei famigliari con bambini.

Sul posto, il sindaco Oscar De Pellegrin, l’assessore Franco Roccon che ha coordinato le operazioni e una quarantina di volontari tra Protezione civile, alpini del gruppo Oltrardo e di Sois e radioamatori del gruppo Nore. «La gioia è stata vedere i bambini andare subito a giocare nel piccolo parco esterno – le parole del sindaco -, anche i genitori erano felici. Abbiamo fatto tutto quanto possibile per creare un ambiente piacevole e accogliente, loro hanno gradito e si sono detti grati per la vicinanza dimostrata dalla comunità bellunese. È un bell’esempio di inclusione. Un grazie grande a chi ha collaborato, ai tanti volontari, al consigliere comunale Giovanni Bristot e al coordinatore del gruppo comunale di Protezione civile Paolo Zaltron e Massimo Zanella».

«Abbiamo complessivamente impiegato 11 mezzi, per le operazioni di trasloco che si sono concluse attorno alle 15 – spiega Roccon -, il tutto è stato reso possibile grazie all’aiuto di quaranta volontari, non ci sono stati intoppi e tutto è filato liscio. Abbiamo avuto cura di portare nella struttura di via del Piave tutti i bagagli e gli effetti personali delle famiglie, che ora potranno riunirsi e avere spazi autonomi. Nell’ex asilo ci sono anche cinque cani, abbiamo trovato spazio anche per loro. In queste settimane le squadre comunali hanno lavoro per assicurare la massima privacy ad ogni nucleo famigliare, mentre i singoli condivideranno le camere con altre persone, massimo sei. In 10 giorni abbiamo adattato gli spazi, installato tre nuove docce, sostituito i sanitari, predisposto nuove prese per lavatrici e lavastoviglie e allestito una piccola cucina, anche se Sersa continuerà a consegnare i pasti a domicilio come avvenuto finora».

Cinque persone hanno infine trovato alloggio alla canonica di Mier, dove sono state spostate ieri pomeriggio.

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