«Le minoranze linguistiche ladine vanno promosse e tutelate»

«Le minoranze linguistiche ladine vanno promosse e tutelate»

Una legge regionale per promuovere e tutelare le minoranze linguistiche ladine. E non solo. Il pdl porta la firma della consigliera regionale bellunese Silvia Cestaro e inizierà il suo iter domani (mercoledì 4) con l’illustrazione dei contenuti in sede di sesta commissione. Ci sarà quindi il passaggio in prima commissione per la fase consuntiva, il ritorno in sesta e infine l’approdo in Consiglio. Per l’autunno ladini, cimbri e friulani avranno una legge regionale rinnovata, che andrà a superare e ad abrogare la precedente 73 del 1994. La finalità è, naturalmente, quella di tutelare il plurilinguismo nel territorio regionale che, in provincia di Belluno, è rappresentato in gran parte dai ladini.

«La precedente legge del 1994 teneva ancora conto della presenza di Sappada – spiega Cestaro -, ridisegnarla ha permesso di correggere questo aspetto e di consegnare maggior potere discrezionale alla giunta per interventi diretti su attività e manifestazioni ritenute interessanti. Il Veneto è caratterizzato dalla presenza di diverse lingue minoritarie dovute alla sua posizione geografica e ufficialmente riconosciute come il ladino, il cimbro e il friulano. Fino al 2017 anche la lingua germanofona parlata nel sappadino, territorio successivamente passato al Friuli Venezia Giulia. Oltre alla tutela di queste comunità, si prevede la possibilità di finanziamenti per valorizzare associazioni culturali di eventuali altre comunità etniche e linguistiche storicamente presenti nel Veneto».

Il pdl regolamenta l’erogazione dei contributi annuali che potranno essere finalizzati alla tutela, al recupero, alla conservazione e alla valorizzazione delle testimonianze storiche che legano le comunità al loro territorio. In sostanza, per lo sviluppo della ricerca storica e linguistica, la pubblicazione di studi, ricerche e documenti, per l’organizzazione di corsi di cultura locale, la valorizzazione della lingua e della toponomastica. Verranno sostenute manifestazioni legate agli usi e ai costumi tradizionali delle comunità, iniziative per riportare l’uso della lingua di minoranza (associata all’italiano) negli enti locali, nell’editoria e nei mezzi di comunicazione, e corsi per l’apprendimento del ladino (nel caso del Bellunese) e della sua cultura tra i ragazzi come tra gli adulti.

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