La visita in ospedale e l’abbraccio dopo 58 anni: Micaela ritrova la principessa “Titti”

La visita in ospedale e l’abbraccio dopo 58 anni: Micaela ritrova la principessa “Titti”

Era andata a trovarla in ospedale, 58 anni fa. Quando Micaela Coletti era una ragazzina dodicenne, che aveva appena perso tutto. 

Tutto: «I genitori, la nonna, una sorella, la casa con tutti i suoi ricordi. I sogni, i luoghi nascosti e storie mai raccontate, gli amici e le emozioni». 

Ma, improvvisamente, ecco che una visita speciale apre uno squarcio nel buio di una tragedia immane come quella del Vajont. Speciale, sì. Al pari di un’ospite inattesa e ricca di umanità per una bambina mai vista prima. «Nessuno ti cerca – afferma Micaela Coletti, attuale presidente del Comitato Sopravvissuti Vajont – nessuno chiede di te. Ti ritrovi all’ospedale, lo capisci dalle divise delle infermiere. Da sola, in una piccola stanza, con un unico letto e una minuscola finestra. Un pigiama con fiori e fili d’argento. Solo il rumore ti riempie il cervello. Le persone arrivano, infilano la testa, non dicono una parola e se ne vanno. Intravedo uomini in abito nero, dottori con il camice bianco pulitissimo, seguiti da molta gente. Entrano insieme a una giovane donna vestita di scuro, i capelli raccolti e un berretto di pelliccia, il volto illuminato da una collana, occhi appena truccati e una voce dolce da principessa. Poi il vuoto: l’unico ricordo concreto di essere stata lì, in quell’ospedale, era la visita della principessa». Già, la principessa Maria Beatrice di Savoia, detta “Titti”. Da allora è passato oltre mezzo secolo: «L’ho cercata per tutti questi anni e adesso, finalmente, ci siamo ritrovate, riconosciute, abbracciate». 

È stato un lungo percorso. Lungo, ma giunto a compimento: «L’emozione che ci ha coinvolte è difficile da descrivere. “Titti”, nel 1963, era stata mandata da suo padre mentre si trovava in Portogallo, e lei era partita immediatamente sapendo davvero poco della tragedia. Questo è un ricordo che porterò per sempre nel mio cuore: d’ora in avanti continueremo a rimanere in contatto». 

Cinquantotto anni colmati da un abbraccio, per una storia che sembra presa in prestito da una favola. Questa sì, a lieto fine: Micaela ha ritrovato la sua principessa. 

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